IL CENTRO MULTIMEDIALE DI TERNI

Dall'Immagine della Fabbrica...

...alla Fabbrica dell'Immagine

Nei primi anni '80 il Comune di Terni avviò, con le proprie risorse, due progetti innovativi di rilevante importanza strategica: la BIBLIOMEDIATECA ed il VIDEOCENTRO. Il primo riguardava la ristrutturazione di un edificio storico che avrebbe dovuto ospitare un servizio integrato di Biblioteca-Mediateca, ed il secondo, con il recupero di alcuni importanti capannoni industriali dismessi, localizzati in un'area centrale della città, avrebbe dovuto ospitare un Centro avanzato di produzione televisiva.

Alla fine del 1994, questi due progetti, messi a confronto con l'evoluzione culturale e tecnologica della società dell'informazione, e grazie all'intuizione di Renzo Nicolini, Assessore Comunale allo Sviluppo economico, sono stati composti in un nuovo disegno teso a realizzare a Terni un centro che consentisse di proiettare questo territorio verso il futuro. A tale soggetto è stato attribuito il nome di "Centro MultiMediale" per rappresentare questo salto verso un progetto più ambizioso di quello derivante alla semplice somma dei due precedenti.

La città di Terni ha lanciato per prima questa sfida e si è anche attrezzata per affrontarla e vincerla. Il Centro MultiMediale di Terni è infatti, ad oggi, il primo esempio in Europa di una struttura integrata, pensata e realizzata sulla base di questi assunti.

Il 30 ottobre 1996 è stata costituita la Soc. "Centro MultiMediale di Terni S.p.A." a capitale misto con presenza maggioritaria del Comune di Terni -51%- e della Regione Umbria -4%- e la partecipazione di Telecom Itali S.p.A. come partner privato -45%-.

La società di gestione ha un capitale sociale di £ 5.000.000.000 (5 miliardi), ed il presidente è il Dott. Sergio Zavoli.

IL VIDEOCENTRO

Le Officine Bosco nacquero come piccolo insediamento a ridosso della Porta Spoletina, punta estrema a nord della città murata, alla fine del secolo scorso; crebbero poi nell'area compresa tra la Porta e il canale naturale, oggi interrato. Si sviluppano infine, occupando la vasta area a nord della strada spoletina, inglobata nel 1939, fino alla stazione ferroviaria costituendosi come vera e propria cittadella industriale. L'industria ha sempre celebrato se stessa all'insegna del più rigoroso funzionalismo, senza comunque rinunciare, come nella fattispecie, ad un minimo di decoro. Infatti le facciate di queste cattedrali del lavoro si offrono in una ascetica dignità costituita ad opera mista, con pietra calcarea bianca faccia vista, alternata a ricorsi in mattoni rossi; questi, oltre ad assolvere ad una funzione costruttiva, definiscono gli elementi più significativi del parametro murario come stipiti, archivolti, piattabande, cornici e lesene. L'interno, invece, è scandito dall'ordine cristallino del ferro che alterna pilastri di forme varie e diversi tempi secondo un rigoroso passo di cinque metri e compatte di luce variabile da 10 a 13 metri, ritmate da semplici e leggere capriate "Polonceau".

Sei sono i capannoni interessati dal Centro di Produzione, identificabili per dimensione e stile in due gruppi. Aver collocato un centro di produzione multimediale all'interno di capannoni industriali ha comportato una ristrutturazione radicale degli stessi. Ciò non ha significato rinunciare alla conservazione della memoria storica delle strutture fisiche di uno specifico lavoro umano: conservazione e trasformazione sono i due termini dialettici della realtà fisica e mentale dell'uomo; essi costituiscono l'essenza della vita di ogni organismo sia esso umano o urbano. Nella proposta progettuale di ampliamento e trasformazione si è optato per il solo uso del mattone, in tutta la sua gamma espressiva, come "naturale" processo evolutivo del lessico costruttivo. Il progetto è organizzato lungo due assi compositivi: il primo in senso Nord Sud, a carattere prevalentemente rappresentativo, si articola in sequenza, con un atrio di ingresso, vestibolo, pseudo-peristilio, sala ristorante: il secondo, in senso Est Ovest, a carattere prevalentemente funzionale, disimpegna i due studi con il blocco degli uffici e dei servizi strutturali dal primo asse. Detti studi sono affiancati da un capannone tecnologico articolato su tre piani. I primi tre capannoni, registrano i seguenti interventi:

Più radicale è la ristrutturazione degli altri tre capannoni. Essa consiste nel rifacimento di più ampi capannoni tali da consentire la realizzazione di due teatri di posa. A questo scopo sono state recuperate solo alcune strutture verticali, ventre tutte le strutture orizzontali, le capriate, sono state riprogettate. I 5 capannoni, utilizzati fin dalla metà degli anni '80 a centro espositivo e sala convegni, sono stati designati a scuola multimediale.

Altri due capannoni antistanti la scuola multimediale sono stati destinati a teatro scuola e a magazzino per le scenografie. Lo spazio esterno tra detti capannoni e la scuola multimediale è stato organizzato a piazza con fontana. La piazza, determinata su due lati da una cancellata, esclude la via di Porta Spoletina e la riconsegna alla città.

I PROGETTI E I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE

I lavori di ristrutturazione delle ex Officine Meccaniche Bosco, gran parte delle quali sono state demolite dalla stessa Società prima che il Comune acquistasse l'intera area, iniziarono già nel 1984 su un progetto di riuso parziale redatto dall'Ing. Enzo Barbato e dall'Arch. Franco Maroni in occasione delle celebrazioni del centenario dell'industria ternana, per il quale furono organizzate mostre e convegni. L'intervento riguarda esclusivamente i capannoni più antichi, quelli a ridosso della torre di Porta Spoletina e si limitava ad una loro rifunzionalizzazione con l'aggiunta dell'impianto di riscaldamento ed il rifacimento dell'impianto elettrico. In occasione di un convegno internazionale, che si tenne presso le officine nell'autunno del 1987, furono realizzati alcuni interventi migliorativi degli stessi capannoni e fu realizzata una sala convegni attrezzata. Lo stesso anno , un gruppo incaricato dall'Amministrazione Comunale, presentò il progetto di ristrutturazione e riqualificazione dell'intera area acquistata dal Comune. Il progetto, accolto inizialmente con un certo scetticismo, trovò l'appoggio dall'Assessore alla Cultura Attilio Romanelli e del Sindaco Porrazzini che ne incoraggiano lo sviluppo ed incaricarono una Società di Roma di realizzare uno studio di fattibilità. Il progettodel Videocentro di Terni per la Comunicazione di Impresa venne presentato nella primavera del 1990 dopo oltre 18 mesi di approfonditi studi e ricerche sul campo. Il CRESME modificò l'impianto urbanistico del progetto originario ed indicò il percorso da eseguire per la realizzazione di un Centro di Produzione Autovisivo, una Scuola Multimediale, un Centro Fieristico, un albergo, residenze, uffici, locali commerciali ed un grande parcheggio.

Il piano venne approvato dalla Commissione delle Comunità Europee nel dicembre del 1990, prevedendo un finanziamento a fondo perduto di 14,4 miliardi di lire per la realizzazione del Videocentro e per il completamento della Bibliomediateca. Il primo cantiere è stato impiantato nell'autunno del 1992.

LE STRUTTURE METALLICHE

I lavori di ristrutturazione delle vecchie officine Bosco hanno riservato alcune piacevoli sorprese. Gli edifici più antichi sono ancora costruiti con strutture chiodate. In seguito appaiono le strutture saldate per bollitura al cannello, e poi quelle elettrosaldate. Le più recenti, sono bullonate. I profilati sono di legno arcaico, non più reperibili nei cataloghi dei fornitori. Tutto questo si è voluto conservare non tanto in omaggio alla moderna archeologia industriale, quanto per conservare di un modo antico e diverso di affrontare il tema del lavoro in fabbrica: un impegno fatto di sperimentazione, entusiasmo e, tanta, tanta fatica: oggi l'automazione ha reso inutile tutto questo: se pensassimo, infatti, di adottare gli schemi e i materiali di quel tempo, quelle strutture sarebbero fuori mercato. E quindi, ovunque era possibile, abbiamo conservato la struttura originaria; lasciata in vista, rinforzata quando occorreva senza stravolgere lo schema originario, protetta contro il fuoco; in una parola adottata alle esigenze moderne, anonima ed efficiente. Le esigenze sono chiarissime. Questi ambienti dovevano essere protetti da rumori esterni provocati non solo da eventi eccezionali, ma dal banale rumore di fondo cittadino, che nella zona raggiungere valori affatto trascurabili. Il problema si è risolto inglobando nella struttura metallica esterna, quella antica, una seconda struttura isolata acusticamente dalla prima, ma da questa sorretta. Le pareti dell'involucro interno sono sorrette da una gabbia di profilati di acciaio fissate alle colonne esterne con tamponi di gomma; il pavimento galleggia su strati di materiale atto ad impedire l'ingresso delle onde sonore. Il soffitto ha posto vari problemi: esso, doveva sostenere i non differenti carichi costituiti da scenari mobili, luci di scena, fari, passerelle di servizio. Si è risolto il problema appendendo un solido telaio metallico, (di 800 m.q.) al corrente inferiore del tetto esterno. Su questo telaio si è posto lo strato coibente fatto di pannelli acustici, lastre di legno truciolato di forte spessore. Per bloccare l'onda sonora in ingresso e in uscita il telaio di acciaio è collegato alla struttura del tetto con tiranti metallici interrotti da blocchi resilienti, una sorta di isolatori di gomma, che rompono la continuità del tirante metallico. Non trvandoli in commercio siamo stati costretti a costruirceli artigianalmente: provando con gomme di diversa densità, lavorando per un breve istante all'unisono con i progettisti delle vecchie strutture, quando, nell'infanzia della costruzione metallica, la sperimentazione era d'obbligo, e l'atteggiamento verso il lavoro produttivo una realtà non ancora perduta.

L' IMPIANTO ELETTRICO E D'ILLUMINAZIONE

Limpianto ha una potenza globale installata di 2,4 MVA ripartita su due cabine di trasformazione Media/Bassa Tensione situate sul fronte Nord dell'edificio. Le utenze di uso comune all'Interno del Centro di Produzione come illuminazione corridoi vani scala, atri d' ingresso, ascensori, ecc., fanno capo a quadri di zona dove sono predisposte le funzioni di accensione - spegnimento, illuminazione artificiale, termoconvettori. Per l' illuminazione degli uffici e dei camerini, l'erogazione della potenza è prevista da quadri di zona - utente.

Le potenze erogabili da ciascun quadro è di circa 500KW e 250 KW rispettivamente per teatri N°1 e N°2 del centro di produzione e di 100KW per il teatro N°3 a servizio della scuola. Le aule della Scuola Multimediale sono attrezzate con corpi illuminanti a luce indiretta e semidiretta e prese per le postazioni computer, ciascuna provvista di protezione differenziale, e placca con connettori b.n.c. per il collegamento alla rete telematica. Su tutta l'area interna, sia del centro di produzione che della scuola, è allestito un impianto di rilevazione incendi con centrali distinte per ciascuno dei due edifici, in grado di segnalare oltre all'allarme generico, la zona dell'edificio allarmata tramite mappatura grafica su PC.

L' IMPIANTO DI RISCALDAMENTO E CLIMATIZZAZIONE

L'impianto idrico sanitario è un comune impianto civile costituito da una rete primaria di adduzione e da una rete secondaria di collegamento alle utenze. La rete primaria è realizzata in tubo di polietilene tipo pesante; quella secondaria in tubo di acciaio zincato. L' impianto di climatizzazione estiva, effettuato co aria trattata centralmente, è limitato alle seguenti zone soggette a forti carichi termici e cioè: i 3 Teatri di posa ed il terzo livello del corpo centrale. Le bocchette di ripresa si trovano nei teatri di posa a circa 2,5 metri dal suolo. Quelle di immissione a soffitto. La velocità massima dell' aria alla bocchetta di immissione non supera i 2,5 m/sec. L' abbattimento del rumore assicura una soglia massima di 15 - 20 DB. Tutti gli altri reparti del Videocentro sono dotati di ventilconvettori di due tipi: nel secondo e terzo livello del corpo centrale, nella Scuola Multimediale, nella Sala Convegni, e nel magazzino, i ventilconvettori sono alimentati da acqua calda in inverno e acqua raffreddata in estate, mentre tutti gli altri reparti, compresi i servizi igienici del corpo centrale, sono dotati del solo riscaldamento invernale con rete idrica indipendente e ventilconvettori o radiatori tradizionali. In questi casi il ricambio d'aria è assicurato in via naturale, attraverso le aperture degli infissi.


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