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Formazione Autoformazione e competenze

Mi sembra interessante riportare alcuni stralci dell’intervento di M. Gemma De Lellis e Patrizia Mazzantini durante la Giornata di Studio sul tema Laboratorio Trattamento Testi e Dati: un percorso formativo organizzata il 21.04.1994 nell’Istituto Tecnico "Leonoci" di Bari.

"L’intervento (n.d.r.: riportato su I convegni 93/94 allegato al n. 24 di Progettiamo) ha messo in luce l’aspetto formativo della disciplina; tale potenzialità infatti toglie la materia da un ambito puramente addestrativo e la pone sullo stesso livello di tutte le altre del curriculo scolastico.

[...] apre una serie di prospettive educative completamente nuove che richiedono da parte dell’insegnante la consapevolezza della necessità di rivedere metodi ed obiettivi.

E’ necessario, quindi, attuare una pratica didattica non più dedita alla trasmissione della cultura attraverso un modello tradizionale di lezione/interrogazione/valutazione e riferirsi, invece a un modello che provochi, anche attraverso la partecipazione attiva dell’allievo, un apprendimento significativo in cui l’orientamento didattico sia centrato sull’alunno e basato essenzialmente su un metodo inteso a sviluppare la capacità di porre problemi e risolverli, identificare fattori rilevanti in una questione, ideare strategie, costruire ipotesi e modelli di spiegazione, sviluppare doti di flessibilità per abituare gli studenti ed acquisire, sia pure gradualmente, la capacità di muoversi autonomamente in una realtà operativa dinamica.

Un simile progetto educativo richiede pertanto, un’impostazione metodologica tale da privilegiare la conoscenza dei mezzi, della loro evoluzione e potenzialità rispetto alla pura manualità, e l’acquisizione di abilità fondamentali quali saper organizzare dati, ricercare, ordinare, controllare, classificare informazioni; inoltre, essa deve contribuire a sviluppare la precisione di linguaggio, la correttezza espressiva e una mentalità razionale.

L’evoluzione tecnologica, infatti, ha cambiato il panorama delle mansioni all’interno delle aziende dove la figura del dattilografo, semplice esecutore costretto a sviluppare le proprie abilità in funzione della velocità di battuta e della correttezza ortografica, ha lasciato il posto a un operatore di medio livello, che deve sapersi avvalere autonomamente e intelligentemente degli strumenti informatici.

[...] l’insegnante che si accinge a entrare in un laboratorio informatico deve immediatamente affrontare il problema di quali e quante competenze tecnico informatiche acquisire per organizzare l’attività didattica.

Non è certo possibile dare una risposta definitiva e certa a queste domande, ma è senz’altro indispensabile tener presente che la continua evoluzione tecnologica, che rende rapidamente obsolete parecchie delle conoscenze acquisite, suggerisce anche per il docente un apprendimento intelligente, attraverso l’acquisizione dei concetti fondamentali e necessari a comprendere la logica e le potenzialità degli strumenti per procedere agli approfondimenti opportuni a seconda delle circostanze.

Quali e quante debbano essere le conoscenze informatiche necessarie per gestire l’attività in laboratorio è difficile a dirsi, esse dipendono strettamente anche dal tipo di attrezzature di cui ci si avvale e dal livello di potenzialità dei programmi.

Questi ultimi, se da un lato sono sempre più potenti, dall’altro aumentano via via la loro facilità d’uso.

[...] L’attività di autoformazione, dalla quale non è possibile prescindere e che corrisponde a uno dei doveri professionali del docente, richiede che vengano approfonditi anche tutti gli aspetti che riguardano l’organizzazione dell’insegnamento in senso didattico-metodologico e consentono di muoversi all’interno del sistema scolastico dell’istituto e di affrontare il confronto collegiale.[...]"


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