Spiegazione con supporto fisico (II° livello) |
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In questa fase dell'unità didattica sono ripresi alcuni punti già incontrati durante il Racconto per darne una chiave di lettura più approfondita; queste precisazioni possono riguardare l'analisi di alcune formule, il calcolo di alcuni ordini di grandezza, le considerazioni sulla struttura del reattore ed altre osservazioni che nel discorso precedente si sono rese necessarie. Le leggi fisiche, anche espresse in formule, saranno per lo più commentate, non si richiede la loro utilizzazione o la capacità di ricostruirle. |
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Massa ed energiaNella trattazione della fisica nucleare si incontra spesso la formula E = mc2 : secondo essa ogni massa per quanto piccola possiede unenorme quantità di energia. Calcoliamo quanta massa-energia teorica contiene la massa di un chilogrammo di una data sostanza; si tratta di circa 3´1010 kWh, una quantità vicina alla metà dellenergia consumata giornalmente negli USA! Allora si può proporre agli studenti di riflettere sul fatto che protoni e neutroni non si possono distruggere, ma si può produrre energia riordinandoli in forme che hanno massa totale diversa Þ la fissione. A questo punto linsegnante può introdurre la differenza tra la legge di conservazione delle particelle pesanti (il cui numero resta costante) e quelle leggere, aprendo una porta opzionale su un po di fisica delle particelle. Può essere interessante calcolare quanta energia si libera nella fissione di 1 kg di 235U : dai calcoli si trovano 200 MeV per nucleo (1 eV = 1,6 ´ 10-19 J)e poiché ci sono 2,5´10 24 atomi, in totale lenergia liberata è 8´10 20 erg. I numeri sono ovviamente arrotondati, ma il numero, anche in Joule, è comunque rilevante e bisogna usarlo per stupire gli studenti, altrimenti non si rendono conto dellenergia con la quale stanno giocando: si può dire loro che questa è lenergia per esempio necessaria ad innalzare la temperatura di 44 milioni di litri dacqua dalla temperatura ambiente al punto di ebollizione! Bisogna poi sottolineare che i 200 MeV di cui sopra sono solo lo 0,1% della massa-energia iniziale del nucleo di uranio, perché a causa dellelevato numero atomico, il 99,9% della massa rimane nei neutroni e protoni. Allora è opportuno ricordare anche alla classe per i dovuti confronti che per es. il carbone durante una combustione chimica, converte in energia spendibile solo il 10-10 circa della massa-energia, poiché lenergia immagazzinata dalle molecole sotto forma di energia di legame è piuttosto piccola; quindi il rendimento di combustibili fissionabili è circa 107 volte migliore di quelli tradizionali. Per un quadro più generale è possibile analizzare una tabella di questo tipo o simile, purché permetta una riflessione sulle diverse capacità della sostanze nel fornire energia. Energia ottenibile da 1 kg di materia (misurata dal tempo per cui, con lenergia generata, rimarrebbe accesa una lampadina da 100 W) |
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Ovviamente non tutti i processi indicati sono attualmente realizzabili con la tecnologia a disposizione, ma seppure limiti teorici, questi esempi servono sempre per prendere coscienza dellentità del fenomeno. Se si confrontano i 680 anni della fissione con i 5 s del lavoro meccanico, si sarebbe portati a concludere che: 680 anni = 680 ´ 365 ´ 24 ´ 3600 s rappresentano un investimento migliore di circa 109 volte nella produzione di energia, ma attenzione alle quantità disponibili di materiale ed alla rinnovabilità delle fonti!! Vogliamo confrontare i kg di U con quelli dacqua presenti sulla Terra? |
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I neutroni termiciPenso sia il caso di analizzare come funzionano questi efficaci, ma inaspettati, proiettili, iniziando dal fatto che termico non vuol dire riscaldato, ma a temperatura ambiente: cioè al neutrone attribuiamo lenergia cinetica media di una qualsiasi particella classica, E = 3/2kT = 3/2 ´ 300K ´ 8,6 ´ 10-7eV/K = 0,04 eV. Cerchiamo ora di capire perché i neutroni termici e non quelli dotati di E superiori, cosiddetti veloci. Per farlo dobbiamo analizzare come avviene la scissione del nucleo in due frammenti ed affrontare lanalisi di altri concetti già incontrati nel 1° livello, ma che necessitano di ulteriori precisazioni. |
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La sezione durtoQuesto concetto è proprio della teoria degli urti e quindi inquadrabile nella cinematica; vale però la pena di riprenderlo per adattarlo allargomento in esame; già il nome dato alloggetto è indicativo del significato, ma per parlare un po alla Fermi si può fare questa affermazione: se un neutrone lento o termico viene assorbito da un nucleo di uranio-235, il nucleo così formato può, con elevata probabilità, scindersi in due parti pressoché uguali; la sezione durto per questo processo è di 580 barn. Cosa vuol dire? È ovvio che stiamo parlando di collisioni di un proiettile-particella con un bersaglio-nucleo e che tale analisi non può non avere carattere statistico, a causa di limitate informazioni sulle posizioni reciproche e dellelevato numero di interazioni. Partiamo da un caso più semplice: alcune frecce sono indirizzate contro un bersaglio, ma, tra i vari spicchi colorati che lo compongono, si devono colpire solo quelli di colore verde. Calcoliamo la probabilità che un colpo vada a segno: (numero di spicchi di quel determinato colore)´( area di ogni singolo spicchio)/area totale del bersaglio (niente di più che la solita definizione di probabilità casi favorevoli/casi possibili). Il numero di successi nei lanci sarà dato dal prodotto tra questa probabilità e la frequenza dei lanci; quindi se lancio 10 frecce al secondo, con una probabilità di colpire con successo del 50% andranno a segno, ovviamente, 5 frecce al secondo! La sezione durto di questo fenomeno è rappresentata dallarea dello spicchio verde che potremmo ipotizzare di non conoscere, ma di saper ricavare dalle altre informazioni date, applicando la formula inversa: |
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Lasciamo le frecce per i neutroni; ora possiamo costruire una semplice formula relativa alla sezione durto efficace di un evento costituito da un fascio di neutroni incidenti su un foglio metallico di area A e spessore d: n è il numero di nuclei disponibili per volume, nAd è il numero totale di bersagli del foglio; s larea efficace del fenomeno, cioè la zona che il neutrone può colpire per far centro; nAds/A è larea efficace totale e nAds/A è la probabilità di colpire con successo; R0 è la frequenza dei neutroni che sono sparati contro il foglio; R il numero di collisioni neutrone-nucleo avvenute. Allora |
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Nel mondo microscopico non si può parlare di m2, ma di sottomultipli e di una unità di misura che è il barn = 10-28 m2 |
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Ritorniamo a Fermi ed allassorbimento di un neutrone lento da parte di 235 U, evento che con elevata probabilità può dar luogo ad una scissione in due nuclei pressoché uguali: la sezione durto si è già detto valere 580 barn. Ora che il significato di questa affermazione è un po meno oscuro, dai dati del problema : |
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R0 = 3´1016 neutroni/m2×s d = 5´104 cm densità U = 18,9 g/cm3 peso atomico = 238 g/mole percentuale di 235U = 0,72% dei nuclei possiamo lasciare che gli studenti, per esempio, calcolino il valore di R! |
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Unapplicazione del genere, peraltro semplice, può essere utile agli studenti per non cadere in un possibile fraintendimento, cioè che la sezione durto altro non sia che lampiezza della sezione geometrica del nucleo bersagliato; troppe parole spese a vuoto se così fosse!! Il nucleo di uranio ha una sezione geometrica di 1,4 barn , mentre il dato nel problema è ben superiore e quindi lanalogia, con tali numeri, si dimostra presto insostenibile. È opportuno ribadire che, nonostante abbia le dimensioni di unarea, la sezione durto efficace è una misura della probabilità di interazione proiettile-nucleo, essa indica larea efficace del bersaglio collegata alla probabilità che levento urto si realizzi e si comprende possa dipendere da fattori legati alle particelle incidenti, come lenergia cinetica; inoltre luranio-238, meno soggetto a fissione da parte di neutroni lenti, ha, a confronto, una sezione durto di soli 0,5 millesimi di barn, nonostante abbia dimensioni geometriche simili allaltro isotopo più importante. Per questa proprietà è spesso definito non fissile perché, colpito da neutrone, dà luogo ad altri tipi di reazioni di cui parlerò nel paragrafo Il plutonio. |
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La fissionabilitàPer concludere il discorso sul perché preferire i neutroni termici, possiamo analizzare questa tabella: |
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Lenergia di eccitazione è relativa al nucleo che ha assorbito il neutrone termico, cioè lenergia di legame dellultimo neutrone, che possiamo immaginare caduto dentro la buca di potenziale (*) creata dalle forze nucleari e che ha trasformato lenergia potenziale in energia di eccitazione interna; nel modello a goccia questa fase corrisponde alle violente oscillazioni del nucleo mentre assume una forma allungata. Per la scissione in due frammenti bisogna che lenergia di eccitazione superi quella di attivazione, che è un po come il livello minimo che serve per innescare il processo di rottura della goccia-nucleo in due gocce; solo laddove la differenza è positiva, la fissione da neutroni termici può avvenire con valori elevati di sezione durto; nei due casi negativi, la sezione durto è, ovviamente, molto piccola, ed affinché avvenga fissione è necessario che il neutrone sia veloce, cioè altamente energetico. Linstabilità di un isotopo bombardato è dovuta al fatto che il suo nucleo è eccitato poiché ha un maggior contenuto di energia rispetto allisotopo originario, la quale, non bisogna dimenticare, deriva dalla diversità delle masse in gioco nei due stadi. Infatti, facciamo qualche somma per rendercene conto: massa di 235U = 235,1170 u.m.a. (**) massa di 236U = 236,1191 u.m.a. massa del neutrone = 1.009 u.m.a. calcoliamo la variazione delle masse : Dm = 235,117+ 1,009-236,1191 = 0,007 u.m.a. Con la relazione einsteniana possiamo calcolare a quale energia corrisponda questo eccesso di massa e si arriva (omettendo ovviamente i passaggi che potrebbero invece essere utili nella trattazione al gruppo classe) ad un valore di 6,5 MeV: può ben iniziare ad oscillare violentemente un nucleo così eccitato!! |
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Lenergia di disintegrazione
I processi sono diversi da elemento ad elemento, però il numero di massa dei due nuovi nuclei formati è sempre pari a circa la metà di quello originario, per cui le specie atomiche prodotte non sono mai vicine allelemento scisso; lU e le altre sostanze fissionabili si trovano nel grafico suddetto nelle ultime posizioni a destra, avendo unenergia di legame per nucleone di circa 7,5 MeV; i prodotti della fissione hanno un numero di massa mediamente intorno al 100 e sono posizionati nella parte più alta della curva, dove le energie sono intorno a 8,4 MeV. La trasformazione Nucleo di U ® due nuclei più leggeri incrementa lenergia di legame, cioè la stabilità dei nuclei, diminuisce la massa, produce emissione di energia che vale circa: E = (8,4-7,5) MeV ´ 235 ~ 210 MeV (abbiamo considerato il numero di massa dellU) Questo è un valore medio però indicativo dellordine di grandezza delle E emesse; facile calcolare quanto possa rendere un kg di U! |
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I neutroni emessiNel Racconto ho già avuto occasione di sottolineare quanto sia importante non solo lemissione di neutroni in seguito a fissione, ma soprattutto il numero di essi. Ritorno ancora sullargomento. Un generico evento di fissione di U può essere schematizzato così: 235U + n ® 236U ® X + Y + bn dove il fattore b rappresenta il numero medio di neutroni liberato in ogni evento e vale circa 2,5. Il fatto che queste particelle vengano espulse permette linnesco della reazione a catena, il controllo del loro numero permette lutilizzazione del fenomeno in chiave pacifica. |
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Ovviamente non tutti i valori sono equiprobabili per i numeri di massa delle sostanze X o Y, ma analizzando un altro grafico significativo (frequente anchesso nei testi), cioè quello della distribuzione dei numeri di massa dei frammenti di U, si vede che i numeri più probabili sono intorno a 95 e 139; inoltre il rapporto neutroni/protoni del nucleo che fissiona è ~ 1,6 e tale tende a mantenersi anche per i frammenti. |
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Però guardando alla curva di stabilità (anchessa presente in tutti i testi ) si nota che tale rapporto per i nuclei che si sono formati (e per tutti quelli con numero di massa tra 75 e 150) vale 1,2 ¸ 1,4 . I frammenti primari sono dunque troppo ricchi di neutroni ed alcuni di questi sfuggono dai nuclei, in numero appunto di 2,5 per evento di fissione; gli altri neutroni ancora in soprannumero nei frammenti verranno emessi per decadimento b -. |
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Distribuzione percentuale dei frammenti di fissione rispetto ai numeri di massa relativi alla fissione dellU 235 da neutroni termici. | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Vorrei analizzare infine questultima tabella in cui si evidenzia come si distribuisce lenergia (i 200 MeV di cui sopra) tra i prodotti della fissione, soprattutto per avere un quadro globale di tutti gli eventi associati ad essa: |
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Il plutonioAbbiamo già citato le percentuali presenti in natura dei due isotopi dellU e precisato in relazione ad essi luso dei neutroni termici o veloci. Fin dai tempi della progettazione della bomba furono realizzati impianti in cui si separava il 235 dal resto del materiale, ma il rapporto costo/efficacia sottolineò subito il bisogno di risolvere diversamente il problema combustibile. Lisotopo 238 non è del tutto inutilizzabile: se sottoposto a bombardamento da parte di neutroni lenti si forma il 239U, nucleo radioattivo che, per emissione b -, diventa 239Np, anchesso radioattivo; esso si trasforma in 239Pu per decadimento b - ed avendo un tempo di dimezzamento lunghissimo può essere separato dallU ed ottenuto in grandi quantità. Questo isotopo del plutonio ha il vantaggio di subire facilmente fissione indotta da neutroni lenti, con sezione durto maggiore rispetto allo stesso U. Il panorama dei combustibili si completa con laggiunta del 232Th (che con un processo analogo dà 233U, fissile) e che insieme all238U è detto materiale fertile. |
Progettazione di un reattoreLa fissione ha sul piano pratico un interesse maggiore di quello delle altre reazioni nucleari perché è realizzabile ed utilizzabile a livello macroscopico. Abbiamo parlato di quei 2,5 neutroni che, in media, sono emessi pero ogni nucleo scisso: su questo dato bisogna però meditare perché, se vogliamo conteggiare quanti neutroni sono realmente a disposizione per innescare altri processi, non dobbiamo dimenticare che nel numero 2,5 sono compresi:
Ora, se dei 2,5 neutroni, per varie cause, ne rimane 1 solo in grado di fissionare un altro nucleo, allora la reazione a catena ha luogo, ma si mantiene, in condizione cosiddetta critica; se, sempre in media, rimane meno di 1 neutrone attivo, allora la reazione finirà per arrestarsi; se rimarranno più di 1 neutrone disponibile alla reazione successiva, allora il fenomeno è in accelerazione. Il primo caso è quello in cui si trova un reattore nucleare, allinterno del quale la potenza nucleare viene mantenuta a livelli costanti e volutamente scelti; nellultimo caso lenergia associata al fenomeno è in aumento, in modo incontrollato, e questa modalità è alla base del funzionamento della bomba atomica. È importante riflettere sul fatto che anche le dimensioni del carburante fissile hanno un ruolo essenziale, come avremo modo di verificare nelle prossime analisi. La realizzazione pratica di un reattore oppure il raggiungimento della soglia di criticità per un ordigno bellico, non è cosa facile per fortuna, e la Storia delle scoperte fisiche (come nel Racconto) ci ha fatto capire che in queste prove si vede la differenza tra chi riesce e chi tenta, tra chi segue una logica e chi spera nel caso. Fermi in questo insegna più di tanti altri. Il problema da risolvere è questo: come riuscire ad imbrigliare i neutroni emessi dai frammenti? È già noto che procurare del buon combustibile fissile o reso tale è molto difficile; in più queste particelle hanno la tendenza a sfuggire, a disperdersi allesterno, ad essere assorbiti dalle impurità, così che quel valore 2,5 medio perderebbe tutto il suo significato. Allora servono accorgimenti di vario tipo. Iniziamo col dire che viene impiegato U arricchito: questo significa che viene artificialmente accresciuta la percentuale di 235U presente nel campione scelto, per poter lavorare con i neutroni termici. Inoltre, nonostante i neutroni che dallesterno colpiscono il campione siano appunto termici, quelli fuoriusciti dai frammenti hanno energie più elevate, intorno ai 2 MeV, ed in queste condizioni non potrebbero assicurare altre fissioni; allora si rende necessario rallentarli, affinché perdano energia cinetica senza, però, essere assorbiti. Questa è la funzione del moderatore, che può essere liquido ( H2O, D2O ), solido (grafite), gassoso (CO2), comunque sostanza costituita da atomi leggeri, i quali danno luogo ad urti elastici con i neutroni diminuendone lenergia. Per evitare lassorbimento, anche da parte della struttura stessa del reattore, e la fuoriuscita delle particelle, dannosa anche per luomo, il nucleo di U o Pu viene circondato da un riflettore, il quale respinge i neutroni che altrimenti sfuggirebbero: questo accorgimento riesce ad incidere anche sulle dimensioni del nocciolo che possono diminuire se la perdita dei proiettili è contenuta. I neutroni veloci fuoriusciti dai frammenti rischiano però, prima di essere totalmente moderati, di venire assorbiti (si chiama cattura di risonanza) dai nuclei di 238U senza spaccarli, ma producendo solo emissioni di raggi g. Per evitare questa ulteriore difficoltà strutturale Fermi pensò di intramezzare ai mattoncini di uranio lo stesso moderatore, affinché il neutrone attivo avesse maggiore probabilità di incontrare sulla sua strada la grafite prima degli altri nuclei da fissionare, favorendo il rallentamento e non lassorbimento. Combustibile e moderatore possono essere intimamente mescolati, come nelle soluzioni di sali di U in acqua pesante, o nettamente separati, come nella prima Pila realizzata. Certo non è stato facile individuare la disposizione geometrica ottimale per combustibile e moderatore (cè un riferimento a questo problema nellarticolo del prof.Gandini), tuttavia possiamo riferirci alla fig.2 di pag.188 del libro Conoscere Fermi ed allultima figura del Racconto per comprendere la soluzione scelta. Ed ora parliamo delle dimensioni: ho sottolineato in precedenza che il numero di particelle neutroniche emesse è un effetto di volume ( immaginiamo per comodità un blocco sferico) e quindi proporzionale al cubo del raggio; il numero delle particelle che sfuggono è invece un effetto di superficie, cresce con essa, e quindi proporzionale al quadrato del raggio; dunque il rapporto superficie/volume = 3/r può essere diminuito aumentando la lunghezza del raggio, cioè ingrandendo il nocciolo. Infatti un kg di 235U o di 239Pu hanno le dimensioni di una pallina da golf e non potrebbero mai esplodere perché, seppure un nucleo subisse fissione, i neutroni farebbero prima a fuggire dalla piccola superficie che ad innescare un altro processo! Se il peso fosse di 16 kg, le dimensioni sarebbero diverse e la massa critica. Quanto detto vale ovviamente per ogni blocco di carburante che costituisce il nucleo del reattore ed è valso anche al calcolo delle opportune dimensioni delluranio usato dal gruppo di Fermi a Chicago per raggiungere le criticità della bomba. Sempre nel già citato articolo, si fa riferimento al cosiddetto fattore di criticità, indicato con k, che in una trattazione più semplice dellargomento si può definire come il rapporto tra il numero di neutroni che si producono in ciascun ciclo di fissione / quelli presenti allinizio del ciclo. Ho già parlato di questi valori, ma introducendo k aderisco alla notazione ufficiale e si semplifica la scrittura. Usualmente se
Ricordiamo sempre che il valore di k dipende da tutti quei fattori analizzati in precedenza. Ovviamente per realizzare una esplosione nucleare bisogna disporre di un k maggiore di 1 e quindi di una massa supercritica. Quanto tempo avremmo a disposizione .per fuggire? Molto poco, non basterebbe neppure per pensare: la produzione di energia è di tipo esponenziale, come ci viene spiegato nel Libro, frazioni impercettibili di secondo ci separerebbero dallesplosione; allora è meglio separare la massa critica in due parti e tenerle ben distanti ! Il sistema più semplice è infatti quello di utilizzare due (o più) pezzi, ciascuno di dimensioni subcritiche, che vengano sparati violentemente uno contro laltro da propellenti chimici; così furono fatte detonare le bombe del 1945. Però le tecniche più recenti seguite per la preparazione del combustibile propongono un sistema diverso, chiamato dellimplosione: partiamo da una sfera di massa M , volume V, densità r di materiale al limite di criticità; un neutrone generato nella zona centrale del materiale ha una probabilità del 50% circa di fissionare prima di fuoriuscire. Se il tutto viene compresso per raddoppiare la densità del combustibile, il raggio r della sfera diminuisce di (2)1/3 (circa 0,8 volte minore), il neutrone interno, in uscita, incontrerà una densità doppia di atomi e la probabilità di provocare fissione aumenterà rendendo un complesso di massa quasi critica supercritico. Ma anche i reattori delle centrali nucleari sono progettati, come quello di Fermi, per essere supercritici, anche se non sono esposti a rischio esplosione grazie alle barre di controllo di cui abbiamo già letto nel Racconto. Infatti con il loro opportuno posizionamento, si passa dalla supercriticità alla criticità, per qualsiasi livello di potenza al quale si vuole lavorare e compreso nel range di funzionamento del reattore. Abbiamo letto che Fermi giocava con lestrazione delle barre di cadmio in relazione alla potenza raggiunta dal reattore, più lui dei suoi collaboratori, poiché conosceva bene unaltra variabile del funzionamento dellimpianto: la risposta temporale. Essa consiste nel tempo che impiega il reattore per aumentare il livello di potenza man mano che la sbarra viene estratta. Infatti, per una struttura complessa come quella descritta nellarticolo, i tempi di espulsione dei neutroni non sono irrimediabilmente piccoli; i neutroni emessi per decadimento b dai frammenti hanno dei ritardi nel fuoriuscire dovuti a tempi di dimezzamento che vanno da 0,2 a 50 secondi. Queste particelle sono una frazione piccola di tutte quelle che investono i nuclei, però abbastanza significativa da permettere di confrontare i tempi del reattore con i riflessi delluomo. |
Riferimenti bibliograficiIl titolo scelto per la rielaborazione degli articoli, Enrico Fermi e lenergia nucleare: un argomento poco trattato, non è stato casuale: infatti nella fase di reperimento materiale per realizzare questa stesura 'didattica, mi sono resa conto che la fissione spesso occupa poco più di un paragrafo nei libri di testo più comuni, e le informazioni sono compresse, presentate in linee generali e non armonicamente correlate tra loro. Lo scarso successo nei curricoli scolastici ha una ulteriore motivazione. Questa proposta didattica non è certo esaustiva, ma penso di avere almeno citato gli elementi essenziali da toccare in una trattazione semi-quantitativa. Devo ricordare che qualche spunto di maggiore interesse lho incontrato in due testi piuttosto datati, La fisica e luniverso fisico J.B.Marion e Temi fondamentali della fisica moderna S.Morettini , in Fondamenti di chimica P. Silvestroni ed in Fondamenti di fisica D.Halliday, R.Resnick. |