Mileto

 
Antica città dell'Asia Minore, sulla costa occidentale della Caria, alla foce del Meandro. A partire dall'epoca arcaica fu la principale città della Ionia, centro fra i più importanti della vita intellettuale, economica e politica del mondo occidentale durante l'antichità. La località di Mileto fu abitata dall'epoca neolitica; durante il Medio Minoico vi si insediarono probabilmente dei cretesi, e di tale "fondazione" cretese resta memoria (oltre che nei reperti archeologia) nelle tradizioni mitiche e forse anche nel nome non greco Mileto, cui si trova un corrispondente, Mdatos, nella Creta settentrionale. Al centro cretese ne successe uno miceneo che potrebbe essere la Miuawanda o Mdawata menzionata dai documenti ittiti del sec. XIII A. C.
In quegli anni Mileto era divenuta il centro intellettuale della Ionia: Talete, Anassimandro ed Ecateo le attribuirono nella storia della cultura occidentale la prestigiosa condizione di culla della filosofia, delle scienze naturali, degli studi geografici e storiografici. L'alfabeto in uso nella città si estese a numerosi altri centri di cultura e, dopo essere stato adottato da Atene nel 403- 402, divenne l'alfabeto comune e tutto il mondo greco. Alla morte di Istico gli successe Aristagora, il quale guidò un'insurrezione contro i persiani conclusasi con la sconfitta navale dei milesi a Lade (494 a. C.) e con la distruzione di Mileto, la cui popolazione fu deportata sul Tigri. 
La caduta della città fu accolta in tutto il mondo greco come una sciagura nazionale, e subito dopo la vittoriosa battaglia di Micale (479 a. C.) si decise la ricostruzione di Mileto, il cui piano regolatore fu probabilmente concepito dall'innovatore dell'urbanistica antica, Ippodamo, nativo appunto della città. La nuova Mileto appartenne alla lega delio-attica e rimase sotto l'influenza ateniese fino a quando, nel 412 a. C., abbandonò l'alleanza e accolse il satrapo Tissaferne, allineandosi con Sparta. Nel 401 la città fu assediata da Ciro il Giovane e tornò a subire completamente l'autorità persiana, dalla quale la liberò Alessandro nel 334 a. C. Contesa per due secoli fra i sovrani ellenistici, controllata e di volta in volta dai lagidi, dai selcucidi e dagli attabadi, Mileto entrò a far parte nel 133 a. C., come città libera, della provincia romana d'Asia e perse del tutto la sua libertà dopo il 78 a. C. per essere stata favorevole a Mitridate nel corso della guerra con Roma. Durante l'ellenismo e nella prima epoca imperiale romana la città ebbe grandissimo sviluppo, documentato dalla costruzione di imponenti edifici pubblici. La sua decadenza iniziò verso il sec. VI d. C., quando ormai le alluvioni del Meandro avevano interrato i porti e allontanato la città dal mare: nel sec. X un terremoto distrusse gran parte degli edifici.