OMAR AL - KHAYYAM
 
Biografia: nato il 18 giugno 1048 e morto il 4 dicembre 1131. Il padre era un venditore di tende e quando Omar divenne un poeta volle chiamarsi Al - Khayyam, cioè il figlio di colui che vende tende.
Non fu mai interessato al potere, ma solo allo studio. Di lui si conoscono le date esatte della nascita e della morte perché fu un grande astronomo. Raccontano che la sua tomba si trovasse in un giardino esposto al vento, ricoperta da due tappeti di fiori secchi, mescolati fra loro: questo era ciò che al - Khayyam aveva desiderato.
   

FILOSOFO E POETA

Per la sua semplicità di espressione, quasi occidentale, non fu molto apprezzato come poeta, dai contemporanei abituati a una letteratura ridondante di figure retoriche e di riferimenti mitologici. Non fu perciò molto stimato in Persia; venne invece venerato dai suoi pochi e fedeli discepoli, che lo credevano addirittura dotato del dono della profezia. Come poeta non nega l’esistenza di un essere superiore, anzi a volte si scaglia contro le apparenti ingiustizie della Divinità. Egli si sente incapace di comprendere i disegni di Dio e da ciò deriva la sua amarezza e l’alternarsi di antagonistici sentimenti. Solo quando si accorge dell’inutilità di ogni suo tentativo di indagine, deluso, sente il bisogno di pace e ricorre al Vino che per il tormentato poeta rappresenta soltanto un mezzo di evasione. La sua opera si intitola “Rubaiyat”.
Il metro è il tetrastico persiano da cui deriva il titolo (quartine). Ogni quartina racchiude un concetto compiuto, è composto da quattro versi: il primo, il secondo ed il quarto verso sono legati dalla rima, mentre il terzo era libero. Il poema di Omar è tutto simbolico: il Vino simboleggia l’oblio, la rosa la bellezza della vita, il Vasaio il Creatore, i vasi l’umanità.
Omar, nei suoi Rubaiyat sa essere di una semplicità dolce e idilliaca, di una non comune potenza, di una raffinatezza orientale pur celando sotto la sua amara tragedia.

SCIENZIATO

Coltivò matematica, medicina, filosofia, teologia e
specialmente astronomia.
Fondò un osservatorio astronomico ad Isfahan
Qui per 18 anni guidò gli astronomi dell'osservatorio nel conseguimento di risultati di altissima qualità: la compilazione di accurate tavole astronomiche e la riforma del calendario (ma questa ultima opera è rimasta incompiuta).
Il lavoro scientifico di Omar Khayyam venne attaccato dai musulmani sunniti, in quanto non conforme alle norme della fede.

 

 



 


 

 


Al - Khayyam

Mai l'intelletto mio si distacco dalla scienza,
pochi segreti ci sono  che ancor non mi son disvelati
e notte e giorno  ho pensato per lunghi settantadue anni,
e l'unica cosa che seppi è che mai nulla ho saputo...


Con uno snello cipresso, più fresco d’un fiore appena colto.
Non lasciare la coppa del vino né il manto del fiore
Prima che d’improvviso si faccia di fronte alla Morte,
la veste della tua vita come quella del fiore.
[Quartina 46]


Poiché ciò che spetta a un uomo, in questa palude,
non è che patire dolore e agonia di morte
è cuore felice chi da questo mondo andò presto
e beato chi al mondo non venne.
[Quartina 139]

Matematica: studiò e classificò i polinomi dal primo al terzo grado con relative operazioni. Stabilì inoltre una classificazione  delle equazioni, sempre dal primo al terzo grado, dedicandosi in particolare alla risoluzione di quelle di terzo grado, che risolse usando procedimenti geometrici ed esattamente attraverso  intersezioni di coniche. Non considerò mai soluzioni che non fossero positive.
Per tentare di dimostrare il quinto postulato di Euclide, affermò che due rette perpendicolari alla stessa retta non possono né convergere né divergere, cioè sono parallele.. Non si tratta certo di una dimostrazione (del resto nessun matematico è riuscito a dimostrarlo!), ma
Quinto postulato di Euclide: "per un punto passa una ed una sola parallela ad una retta data". Sia i matematici greci, sia molti altri, hanno tentato di dimostrare, cioè di trasformare in teorema, questo postulato, dal quale dipendono importanti proprietà. Dovremo attendere fino alla metà del XIX secolo per superare il problema con la nascita delle cosiddette geometrie non euclidee, che negano il quinto postulato di Euclide.  

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