POESIA
 

Dante Alighieri

  Anche nei maggiori poeti italiani del Trecento troviamo traccia del pregiudizio e dell'antipatia che parte degli occidentali nutrono nei confronti dell'Islam.

Dante

Dante ne "La Divina Commedia" mette Maometto e Ali all’inferno, in quanto scismatici, secondo l’idea medievale per la quale l’Islam è un’eresia cristiana:

"vedi come storpiato è Maometto!

Dinanzi a me sen va piangendo Alì,

fesso nel volto dal mento al ciuffetto.

E tutti li altri che tu vedi qui,

seminator di scandalo e scisma
".



Petrarca

Il pensiero di Francesco Petrarca ( 1304-74) è caratterizzato da molti elementi tipici dell’ antiarabismo del periodo umanistico, infatti, il suo atteggiamento è di difesa smisurata del patrimonio
scientifico-culturale latino e greco e di rifiuto del pensiero e della
società araba.

Nella “Canzone per la crociata” è espresso pienamente il pensiero di Petrarca: infatti nella seconda considera le crociate come opera della volontà di Dio, attribuendo un ruolo fondamentale alla grazia di Dio nella progettazione della guerra santa: sarebbe stato il Signore a ispirare questo pensiero nella mente del re di Francia Filippo VI, in seguito alle preghiere dei fedeli.

Nelle strofe della Canzone per la Crociata Petrarca considera gli arabi un popolo inferiore, imbelle e incapace del combattimento corpo a corpo perché codardo e che quindi attacca il nemico con le frecce (“popolo ignudo, spaventoso e lento, che ferro mai non strigne ma tutti i suoi colpi commette al vento”) e aggiunge un nuovo piano di scontro fra cristiani e infedeli: la lotta fra civiltà e barbarie.
 
 

Petrarca
Ma quel benigno re che ‘l ciel governa,
al sacro loco ove fo posto in croce
gli occhi per grazia gira;
onde nel petto al novo Karlo spira
la vendetta ch’a noi tardata nòce,
sì che molt’anni Europa ne sospira;
così soccorre a la sua amata sposa
tal che sol de la voce
fa tremar Babilonia e star pensosa…(vv. 22-30)

….
Turchi , Arabi et Caldei
con tutti quei che speran nelli Dei
di qua dal mar che fa l’onde sanguigne,
quanto sian da prezzar conoscer dèi:
popolo ignudo, paventoso e lento
che ferro mai non strigne,
ma tutti colpi suoi commette al vento. (vv.54-60

Canzone per la crociata (Canzoniere, XXVIII)

 

   

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