FILOSOFIA
 
Al-Gazali (1058-1111): s'impegnò nella critica della filosofia greca e del neoplatonismo. Anzi, il suo bersaglio polemico preferito fu Avicenna.
Egli negava alla filosofia la capacità di fornire conoscenze vere intorno alla
divinità e alla fede, adottando però procedimenti strettamente filosofici.
Scopo principale di Al-Gazali è quello di difendere le verità di fede: egli è anzitutto teologo, anche se si impone di seguire procedimenti strettamente filosofici, e ritiene che le verità di fede debbano essere ritenute valide, a meno che non si dimostrino inconsistenti dal punto di vista logico.
    La filosofia araba nasce dall’incontro della fede islamica con il pensiero occidentale, in particolare greco, di Platone e di Aristotele.
Il primo rilevante contatto degli arabi con i testi filosofici greci avviene nel IX secolo. Già nella seconda metà del IV secolo, però, il cristianesimo si era diffuso in Siria, mentre ad Odessa si era costituita una scuola dedita anche alla traduzione in siriaco di opere di Aristotele, considerato, ben più di Platone, il vero filosofo.
Aristotele, infatti, forniva gli strumenti logici e concettuali con i quali affrontare le dispute teologiche.
Il problema che nasceva da questo incontro con la filosofia greca, era che le tecniche argomentative della logica , ritenute valide, portavano a volte a conclusioni che potevano apparire incompatibili con i contenuti della religione rivelata nel Corano. In generale i filosofi arabi intesero non tanto mettere in discussione o addirittura abbandonare questi contenuti, quanto individuare connessioni possibili tra il piano dell'esperienza religiosa, comune a tutti i fedeli, e il piano della riflessione filosofica, destinato a pochi.
I filosofi arabi,(tra i quali, i più importanti furono: Averroé, Avicenna, e Al-Gazali) inclini a ripercorrere le orme degli
antichi, in particolare di Aristotele, furono una minoranza, che non riuscì a diffondere la propria riflessione in vaste cerchie. Essi esaltarono la ragione umana (per Averroé vale più la ragione che non il Corano), avviando una riflessione di altissimo livello.
La tradizione islamica presto cercò tuttavia di tacitare il primato della ragione, ripristinando l’indiscusso primato della fede e condannando duramente le teorie razionalistiche di Averroé. Questo ripiegarsi sulla religione, mettendo al bando la ragione e le scoperte scientifiche che ne potevano conseguire, costò caro al mondo arabo, che da allora precipitò in una chiusura soffocante. Nell’Occidente la modernità invece si aprirà con la netta separazione tra la fede e la ragione, le quali procederanno da quel momento autonomamente su binari paralleli, come appunto aveva proposto Averroé.
 


Al-Gazali


Averroé

Tanta era la fama di Avicenna ed Averroé, che Dante li pone nel Limbo, tra gli altri grandi saggi dell'antichità:
" Euclide geomètra e Tolomeo,
Ipocràte, Avicenna e Galïeno,
 Averoìs, che 'l gran comento feo.
"
 
(Inferno, IV, 142-144)
 


 

ibn Rushd (Averroé) ( 1126-1198 ): il più importante studioso di Aristotele nel mondo arabo.
Nato a Cordova da una famiglia di giuristi , Averroé godette della protezione dei califfi della nuova dinastia degli Almohadi, che aveva sconfitto e sostituito quella degli Almoravidi.
Averroé divenne medico del califfo Abu Yaqub Yusuf e fu nominato giudice a Siviglia e poi a Cordova; il califfo stesso gli diede il compito di commentare le opere di Aristotele.
Ma verso il 1194 Averroé dovette subire un processo e varie sue opere furono distrutte. Esiliato nei pressi di Cordoba , Averroé concluse la
sua vita a Marrakesh in Marocco. Diventerà noto presso i latini soprattutto come commentatore di Aristotele.
Averroé volle mantenersi fedele ad Aristotele, che per lui rappresentava il più alto esempio di ciò che la natura sa produrre; ma la sua era una fedeltà critica, retta da una continua indagine sulla
filosofia e la tradizione religiosa.

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