L’anno 1998-‘99 doveva essere l’anno della completa rinascita rossoverde ed invece si sta rivelando un anno pieno d’insidie e preoccupazioni .La ternana ha iniziato il suo cammino con Antonello Cuccureddu, tecnico dapprima odiato per delle dichiarazioni fatte contro la formazione rossoverde quando si trovava ad Acireale, poi amato per il suo gioco spumeggiante e per il suo essere estremamente attaccato al caloroso pubblico ternano. Era di Cuccureddu lo spregiudicato 4-4-2 con gli esterni difensivi (Baccin-Onorato) che avanzavano sulla fascia fornendo cross a volontà per le due punte (Borgobello-Miccoli o Grabbi).L’utilizzo di centrocampisti con i cosiddetti "piedi buoni" fornivano imprevedibilità e geometria al gioco. E’ vero si che la difesa era troppo sguarnita e gli attaccanti avversari si trovavano troppe volte soli davanti al portiere , ma è vero anche che Mr. Cuccureddu aveva conquistato 13 punti vincendo con Napoli ,Torino e Monza; pareggiando ( con recriminazioni da fare ) con Reggiana ,Cosenza , Genoa e Ravenna; perdendo con Chievo, Atalanta e Pescara (una debacle ).Questo è stato un periodo relativamente felice; le vittorie (bellissima quella con il Torino ottenuta al 95’ minuto) con squadre prestigiose avevano portato a Terni aria di promozione. L’incantesimo si ruppe con l’insospettato esonero di Cuccureddu. In rossoverde arrivavano Tovalieri, Cucciari ed il nuovo Mister Gigi Del Neri, autore delle due mitiche promozioni. Pessimi i risultati nessuna vittoria, pareggio con Cremonese, Lucchese, Treviso, Reggina e Cesena, sconfitta con il Lecce, Brescia ed Andria. Aggravante in più la mancanza di gioco della squadra, un 4-4-2 rigido con gli estremi bloccati, l’eliminazione di fantasia e le punte costrette a prendere palloni alti, provenienti dalla difesa, la quale faceva acqua da tutte le parti. Ci sono le prime contestazioni alla squadra, al direttore sportivo, ai giornalisti e soprattutto al tecnico. La squadra viene infoltita con nuovi elementi: Sterchele, Servidei, Dal Moro e Buonocore. L’ennesimo tecnico è Vincenzo Guerini promotore della salvezza del Piacenza ed ora colui che deve risollevare la situazione. Per il momento i risultati sono modesti: vittoria con il Cosenza ed il Ravenna, pareggio con la Reggiana, il Torino, l’Atalanta, il Monza e il Pescara, sconfitta con Chievo, Genoa e Napoli. Il gioco non è molto differente da quello del friulano: difesa con un libero (Mayer) uno stopper (Stellini) un terzino marcatore (Onorato) ed un terzino fluidificante (Turato); il centro campo schierato nella linea mediana con Sesia (il regista) e Brevi, sulle fasce il Capitano Fabris e Cucciari; attaccanti l’inamovibile Borgobello e Buonocore. I malumori della piazza, le critiche, gli atti di vandalismo vanno man mano affievolendosi per la ripresa di un gioco decente, di un impegno costante dei giocatori e della voglia di combattere che ha invaso tutto l’ambiente rossoverde. E’ così che deve essere. L’amore per questi colori deve abbattere tutte le barriere facendo in modo che in tutta l’Italia riecheggi altisonante e potente, il ruggito delle Fere.

Marta Poddi