Renato Donatelli

Figlio di Angelo e Maria Sebastiani, entrambi di Terni, nasce il 16 Luglio 1927 a Morino (AQ). Nel periodo che va dal 1930 al 1932 per motivi famigliari è in Turchia ad Istanbul poi di nuovo a Terni. Nel 1936 perde la mamma poco più che trentenne. Frequenta il liceo-ginnasio G. C. Tacito poi nel 1943, a seguito di un nuovo trasferimento per motivi famigliari, va a Milano dove termina gli studi classici e si inscrive all’Università. Probabilmente sono il dolore ed il trauma patiti alla scomparsa della madre e la constatazione dell’assoluta impotenza dei medici nel tentativo di salvarla ad orientarlo sin da quei giorni a fare il medico, in ciò sempre assecondato dal padre. Più che una professione infatti la intese sin da ragazzo come una missione.

A Milano si laurea a pieni voti nel 1951. Fa il corso di allievi ufficiali di sanità a Firenze e, rientrato a Milano, apre un modesto ambulatorio in un quartiere di periferia fra i più poveri della città. Nel contempo inizia a svolgere servizio di assistente volontario presso l’Ospedale Maggiore di Milano al reparto Pizzamiglio. Qui fa la conoscenza di Angelo De Gasperis, un aiuto chirurgo del prof. Rossi, che in quel reparto sta tentando di mettere in pratica le esperienze acquisite all’estero nel campo della chirurgia toracica. De  Gasperis lo giudica molto preparato e lo invita a seguirlo in camera operatoria e ad indirizzarsi alla chirurgia. In più Renato si appassiona in modo incredibile a quel lavoro sia sotto l’aspetto clinico che sperimentale.

Nella seconda metà degli anni '50 De Gasperis e Donatelli si danno un gran da fare: eseguono i primi interventi a cuore chiuso per poi poter affrontare la chirurgia a cuore aperto da poco iniziata negli Stati Uniti. Finalmente il cuore  può essere fermato, aperto, riparato, ricucito e rimesso in movimento. Nel 1957 consegue presso l’Università di Genova la specializzazione in Chirurgia Generale a pieni voti e con lode. Nel 1959 consegue inoltre la specializzazione in Chirurgia Polmonare presso l’Università di Torino. All’inizio del 1962  viene nominato aiuto e vince il premio di operosità scientifica degli Istituti Ospedalieri di Milano. Nel febbraio del 1962  De Gasperis diagnostica su sé stesso un terribile male che lo porterà alla tomba nel luglio successivo.

L’Amministrazione dell’Ospedale, presieduta dal prof. Masini, forte dei consigli e delle raccomandazioni del De Gasperis affida a Donatelli l’incarico di dirigere la Divisione. Consegue nel 1963 anche la libera docenza di Chirurgia Toracica con il prof. Valdoni. Mostra di saper superare con tenacia e carattere ogni difficoltà fino a mettere tutti definitivamente a tacere nel settembre del 1963 quando, primo in Italia e tra i primi al mondo, esegue la riparazione di un vizio valvolare mitralico con una protesi artificiale. Una giuria composta da illustri personaggi gli assegna poco dopo il premio “Uomo del giorno”. Il comune di Milano, nella Giornata del Medico, gli assegnò anche la medaglia d’oro, e l’uomo del miracolo lo chiamavano e lo chiamano ancora i suoi ex pazienti.  Il cuore umano, che per tanti secoli fu ritenuto intangibile, era diventato per lui un organo qualsiasi tanto da poterlo arrestare e farlo ripartire a suo piacimento.

Donatelli è stato il cardiochirurgo che riparò più cuori di tutti gli altri chirurghi in tutte le scuole universitarie, in tutti gli ospedali.

In pochi anni, aveva messo insieme più di 200 pubblicazioni di alto valore scientifico. Fondò e diresse alcune riviste scientifiche. Fu medico di grande statura per le sue doti umani attraverso le quali sapeva filtrare ogni rapporto con i pazienti.

Nel 1964 esegue la prima sostituzione della valvola aortica, nel 1965 la duplice sostituzione valvolare e all’inizio del 1967 la contemporanea sostituzione mitralica, aortica e tricuspidale, primo in Europa. È anche il primo ad effettuare la correzione radicale di varie cardiopatie congenite complesse, come la tetralogia di Fallot e la asportazione di grossi vasi. Il suo nome è anche legato a migliaia di interventi in tutti i campi della chirurgia polmonare, tracheale, esofagea e diaframmatica. Il desiderio di rinnovamento e di progredire lo spingono a compiere ripetuti viaggi all’estero soprattutto negli Stati Uniti. Per la stima di cui è fatto oggetto gli viene conferita nel 1967 la cittadinanza onoraria di Houston.

Renato Donatelli non approfittò mai della sua celebrità, anzi mantenne sempre la sua modestia nel travaglio quotidiano del suo responsabile lavoro e spiccava in lui un’assoluta onestà. Era comprensivo ed umano come pochi. Ma un giorno si ammalò di epatite virale contratta durante un’operazione. Malattia grave, dalla quale, però è raro non guarire a patto che ci si curi a fondo. Donatelli non guarì mai, perché non si curò seriamente, non aveva tempo.  Sotto la sua guida di maestro professionale e morale, la squadra chirurgica di Donatelli raggiunse un grado sempre più elevato di specializzazione e di responsabilità individuale, così da essere considerata una delle migliori del mondo.

Il giorno 5 ottobre dell’anno 1969, si sparse improvvisamente la dolorosa notizia della morte di un maestro nell’arte della chirurgia del cuore. Sulle riviste e sui giornali apparvero titoli come questo: “Le mani prodigiose di Renato Donatelli si sono fermate”.

La figura umana del prof. Donatelli che dedicò tutta la sua vita allo studio, che operò sempre disinteressatamente per il bene dell’umanità sofferente, che lasciò, alla sua morte inaspettata, una numerosa schiera di preparatissimi suoi allievi, sia di esempio e di sprone a quanti frequentano il Liceo che porta il suo nome.

A cura di:

 Nicoletta Daminato
                    Alessandra Pileri
                                     Riccardo Proto
                                                  Filippo Stella

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