1° CLASSIFICATA
La famiglia: una cosa importante
Era stata una dell’estati più calde che io abbia mai vissuto, coincidendo guarda caso con il periodo più buio della mia vita. L’importante comunque è non perdere mai la speranza affinché le cose possano cambiare in meglio. Quel giorno, malgrado il caldo, aveva però un sapore diverso dagli altri passati. Ero ospite di una famiglia molto generosa, quella di Lisa; avevo perso la cognizione del tempo dalla fine della guerra e il 1919 segnò sicuramente la mia vita futura, e Parigi era sicuramente un buon inizio.
Era una giornata d’Estate calda e afosa, non ce la facevo più e mi sembrava di impazzire: <<Aiutatemi! Salvatemi!>> Lisa , la mia migliore amica mi guardava preoccupata: << Basta! Basta Sara, non risolverai niente se urli e piangi come una fontana, ormai sei grande>>. Avevo voglia di darle uno schiaffo, non aveva idea di cosa si provava essere soli al mondo e non avere ne parenti ne genitori (morti nella 1° guerra mondiale), io l’avevo saputo da poco e il mio dolore era immenso.
Lisa mi consigliò di andare all’orfanotrofio, perché li c’erano altri bambini soli come me, ma l’idea di essere rinchiusa in quel postaccio, mi faceva stare ancora più male.
Lisa si inginocchiò e incominciò a pregare e a sperare che io potessi trovare una famiglia, anche se lei non viveva la stessa situazione era come se l’avesse già vissuta.
Io pensavo e ripensavo ai miei genitori quando mi facevano vedere le foto di quando erano piccoli e le loro lettere d’amore che si mandavano da fidanzati, erano fantastici e mi mancavano molto.
Passare un po’ di tempo con Lisa mi aveva fortificato: parlammo della morte e del dolore che una persona prova per una grande perdita. Ad un tratto vidi Lisa che mi guardava, teneva in mano una lettera, era molto triste e mi disse:<< Sara guarda! E’ una lettera d’amore dei tuoi genitori, me l’avevi portata tu molto tempo fa per farmela leggere, qui c’e’ scritto: “Carissima Maria, sei la più bella e la più dolce del mondo, quando ti guardo negli occhi il mio cuore batte fortissimo, mi piacerebbe sposarti presto,spero che tu accetterai.”; leggere queste parole rende felici, ma se tu pensi al loro destino e a ciò che e’ stato del loro futuro si diventa tristi e ti viene voglia di piangere; spero veramente tanto che tu possa trovare una nuova famiglia che ti adotti, per ritornare ad essere felice>>. Mentre Lisa mi parlava, presi la lettera ed iniziai a piangere tanto da bagnare il foglio.
Il giorno dopo mentre passeggiavo, vidi una donna che mi guardava, avrà avuto massimo ventotto anni, alta, magra, bionda con gli occhi azzurri, era bellissima.
Lei mi si avvicinò con un certo interesse e chiese come mi chiamavo. Continuò a farmi tante altre domande; io con le lacrime a gli occhi raccontai la mia triste storia. Successivamente la signora approfittò di dirmi che lei e suo marito volevano adottare un bambino e non potendo averne uno proprio, mi propose di diventare sua figlia. 
Io rimasi a bocca aperta perché questa signora era fantastica, molto buona e soprattutto mi ricordava mia madre; dovevo prendere una decisone o l’avrei persa per sempre. Mi rivolsi a lei dicendole: << Si! Si! Non voglio rimanere sola per tutta la vita e poi lei mi sembra una bravissima persona!>>. I suoi occhi azzurri luccicavano come diamanti e il suo sorriso smagliante mi piaceva un sacco.
Era da molto che non andavo più su una giostra e lei mi accontentò comprandomi un biglietto delle giostre come benvenuto nella nuova famiglia. Appena arrivati corremmo felici verso la giostra dei cavalli. Wow! Era fantastico! Finalmente avevo una nuova famiglia ed ora non mi sentivo più sola. 
Quando raccontai tutto ciò mi era accaduto a Lisa, lei mi abbracciò tanto forte da non farmi respirare e mi disse che il giorno dopo sarebbe partita per l’Alaska.
Giorni dopo mi arrivò una lettera di cartone duro con scritto sopra: “Alaska”, allora capii che era una cartolina di Lisa in cui scriveva: “ Carissima Sara, sono molto contenta che tu abbia trovato finalmente una famiglia, ti auguro tanta fortuna. P.S. - ci vediamo fra un mese.”.
Ero davvero felice perché ora avevo tutto: genitori, parenti, amici, ecc … ,ma non riuscirò mai a dimenticare la mia famiglia d’origine, sicuramente loro dall’alto del cielo vedranno il mio volto felice. Vi voglio bene cari genitori!             
    Malatesta Dana 1D

2° CLASSIFICATA
Quanti ricordi……..

Francesco era assorto nei suoi pensieri mentre il suo sguardo era perso nel blu intenso del mare.
Il mare era il suo elemento naturale, il luogo dove ogni ansia e preoccupazione sparivano lasciando il posto alla serenità e alla calma.
Francesco stringeva tra le mani quel libro con la copertina rovinata e le pagine gialle e rigonfie per quante volte era stato sfogliato.
Quel libro significava molto per lui, gli
ricordava l’estate passata e quella bellissima ragazza con gli occhi blu come il mare.
Lo aveva preso in prestito dalla biblioteca scolastica poco prima della fine dell’anno e lo aveva portato con sé in vacanza.

Sotto l’ombrellone, mentre leggeva, si era accorto di lei.
Era una ragazza esile, dai capelli biondissimi lunghi e lisci, gli occhi blu e tante lentiggini che le davano un’aria un po’ birichina alla Pippi Calzelunghe. Aveva in mano lo stesso libro di Francesco e questa coincidenza contribuì a farli conoscere.
Francesco si avvicinò salutandola e venne ricambiato con un sorriso e un “Hi!”
Da quel momento, con lo sforzo di entrambi per la lingua diversa cominciò la loro amicizia.
Helen abitava in una cittadina sul mare Atlantico amava il sole e il caldo dell’Italia e cercava di imparare la lingua. I due ragazzi passavano insieme tutti i pomeriggi al mare e le serate in giro a scherzare.
Francesco aveva trovato la sua anima gemella e forse anche Helen.
Ma l’estate stava per concludersi e si avvicinava l’ora di lasciarsi.
I ragazzi erano molto tristi, si erano abituati a stare insieme.
Helen gli donò il suo libro scritto in inglese.
Dopo qualche giorno Francesco aprì quel libro e con sorpresa vide un foglio pieno di “TI AMO” scritto da Helen. 
Nella pagina seguente c’era il biglietto del Luna Park dove avevano passato una delle belle serate insieme.
Alla fine del libro c’era una cartolina con vista dall’alto del porto della cittadina dove viveva Helen.
Quanti ricordi!!!            Galletti Francesco 1B

 

Odette e i tre meravigliosi biglietti
Tanto tempo fa in un piccolo villaggio viveva una ragazzina di nome Odette che amava suonare il pianoforte .
Odette era rimasta orfana da quando aveva undici .
Odette ormai era una ragazza di ben diciassette anni, nonostante avesse vissuto molte disgrazie, riusciva ancora a sognare di diventare una famosa pianista. 

Un giorno mentre la ragazza passeggiava tranquilla nel villaggio dove viveva incontrò il postino che con molta allegria le gridò : “Odette ,Odette corri c’è una lettera per te, proviene dall’Alaska . “ 
Odette molto sorpresa, ma felicissima prese la lettera, ringraziò il postino e andò subito a casa.
Aprì con molta frenesia la busta e iniziò a leggerne il contenuto.
Cara Odette chi ti scrive è il tuo papà,
Immagino che sarai molto sorpresa nel ricevere questa lettera . 
In tutti questi anni ,molte ,moltissime cose sono accadute
E per la verità non so neanche da dove cominciare a raccontarti!
La mia storia è molto lunga e particolare ma voglio che tu sappia tutta la verità.
Il mio viaggio inizia molti anni fa quando tu eri ancora 
Poco più di una bambina e non so bene quali siano i tuoi ricordi di quel tempo ormai passato.
Ero ancora un giovane pieno di sogni e di speranze per il futuro quando a pochi giorni dalla scomparsa della tua mamma presi la difficile decisione di recarmi in Alaska per partecipare ad un concorso. Speravo di vincerlo ma purtroppo le cose non andarono per il meglio e dopo essermi scontrato con un orso, persi la memoria che ora per fortuna ho riacquistato .
Ora sai tutta la verità , presto farò ritorno in Francia e finalmente
Potremmo riabbracciarci. Ti saluto con affetto Il tuo papà Harwin
Odette meravigliata dalla lettera appena ricevuta , inciampò distrattamente su di uno strano pacchetto che si trovava dinanzi all’uscio della sua abitazione.
Pensò subito che fosse una giornata ricca di sorprese!
Aprendo il misterioso pacchetto, Odette si trovò di fronte ad una grande scatola di cioccolatini, i suoi preferiti, ed a un biglietto rosso con un grande cuore luminoso.
Il mittente della lettera era un giovane ragazzo, vecchio compagno di scuola di Odette , di nome Andrè.
Il bigliettino era molto dolce ed allegato a quest’ultimo vi era un biglietto con l’invito a recarsi al più famoso luna park della città, l’appuntamento era fissato per il giorno seguente alle ore 15.35.
Odette passò una giornata meravigliosa in compagnia di Andrè un amico un po’ speciale!
Tutto nella sua vita sembrò prendere la giusta piega e un giorno, tornando da una giornata di lavoro trascorsa a suonare il pianoforte in una scuola di bambini, trovò all’ingresso della sua abitazione il padre.             
Orlandi Veronica 1D



3° CLASSIFICATA
La città di Animals

Ero nella mia cameretta immersa nel mio bel libro che dalla copertina poteva sembrare un po’ patetico ma dentro era tutta un’emozione.
Tutto cominciò in una città chiamata Animals che aveva come abitanti animali di qualsiasi specie (pappagalli,cani,gatti,cavalli,ecc…).
In questa città regnava la pace e la serenità fino a quando un giorno arrivò il perfido Micky.
Micky era un cane di razza rottweiler, aveva un folto pelo nero con delle sfumature un po’ marroni scure e il suo carattere era veramente indescrivibile.
Tutti gli abitanti avevano paura di quel cane tranne uno: Billy.
Billy era un cane di razza barboncino, aveva il pelo corto e bianco come la neve ed era dotato di una simpatia e curiosità immensa.
Il suo grande mito era Jake, il cane che non aveva paura di niente e di nessuno. Per questo grande coraggio lui era molto stimato da Billy anche perché l’aveva visto recitare nei film parecchie volte e tutto il giorno se ne stava su un giardino ad imitarlo.
Dopo un paio di giorni il terribile Micky mandò un appello a tutti gli abitanti dicendo di non sopportare più quella patetica città e che l’avrebbe fatta a pezzi un giorno o l’altro.
Appena Billy venne a sapere quella terribile notizia si spaventò sul serio e decise di andare a parlare con quel cane che ormai stava diventando sempre più spietato.
Proprio nel momento in cui Billy si trovava davanti al dirigibile in cui alloggiava Micki, quello si mise in volo e dopo cinque minuti stava già fluttuando nell’aria.
Billy era curioso e voleva sapere dove era diretto quel dirigibile ma soprattutto cosa stava progettando il terribile rottweiler. Era immerso nei suo pensieri quando ad un certo punto due pappagalli molto colorati e dall’aria simpatica gli vennero addosso facendolo cadere a terra. 
I due pappagalli si chiamavano Tred e Fred ma erano soprannominati “I sapientoni” perché sapevano qualsiasi cosa.
Billy chiese a Fred e Tred se sapessero per caso dove era diretto il dirigibile e loro risposero che la sua meta era una foresta dove abitavano altri animali simili a loro.
Subito dopo l’informazione i due ripresero il volo e Billy,ormai sicuro di se, decise di partire alla scoperta del dirigibile con l’intensione di far cambiare idea a Micky.
I giorni passarono e Billy era dispero in quella foresta con la sua nuova amica Ruby, una cagnolina che aveva incontrato durante il suo viaggio, anche lei era un barboncino e indossava un adorabile fiocchetto rosa sulla testa.
I due stavano girando per la foresta ormai da ore fino a quando sentirono uno strano rumore, si voltarono e…
“Eleonora scendi è pronta la cena”. Fui interrotta da mia madre che già urlava il mio nome per invitarmi a mangiare.
Così presi il mio segnalibro straniero che mi fu regalato da un cugino brasiliano e lo riposi nella pagina che stavo leggendo.
Purtroppo non feci in tempo a scoprire se Billy avrebbe mai trovato Micky e se, come quasi in tutte le storie, il finale sarebbe stato il classico “E vissero tutti felici e contenti…”                De Simoni Eleonora 1B

Amici inseparabili
Erik e Giorgia due fratelli che abitavano a Londra , avevano preso in prestito un libro dalla biblioteca comunale. La bibliotecaria gli aveva dato anche un segnalibro dove c’era scritto che chi trovava tre animali cioè una barboncina di nome Miele e due pappagalli di nome Jack e Rosy , doveva telefonare al numero impresso nel segnalibro. Il numero si riferiva alla città di Sao Paulo del Brasile. Erik e Giorgia vagarono per le strade di Londra , con la speranza di incontrarli. Avevano ormai perso ogni speranza , quando gli venne in mente di cercare nella fabbrica abbandonata vicino alla loro abitazione. Quando arrivarono videro un uomo che vagava per la fabbrica con aria sospetta con lo scopo di allontanare le persone che si avvicinavano. I due fratelli, furbi e curiosi, passarono per la porta sul retro senza farsi vedere. Dopo un po’ che erano dentro , sentirono una voce che chiedeva aiuto , decisero di andare incontro a questa voce. Con stupore videro che chi parlava era un cagnolino insieme a due pappagalli chiusi in gabbia, erano gli stessi animali del segnalibro, li avevano trovati finalmente!
Erik e Giorgia aprirono la gabbia con una molletta per capelli e li liberarono. Sfortunatamente l’uomo li vide e incendiò tutta la fabbrica. Tutti insieme provarono a fuggire ma un pezzo di ferro infuocato gli bloccò l’uscita , a questo punto i pappagalli ebbero un’idea: presero un secchio d’acqua che era nella gabbia e raffreddarono il ferro per poi spostarlo. Risolto questo problema si imbatterono in un altro enigma. C’erano due pilastri di pietra da superare ed un tappeto elastico , Erik e Giorgia salirono nel primo pilastro e Miele nel secondo poi lanciandosi giù sul tappeto superarono l’ostacolo. Invece i due pappagallini Jack e Rosy , salirono con le loro ali e raggiunsero l’altro capo della fabbrica. Così facendo tutti si misero in salvo, ma c’era un altro problema, i tre animaletti non volevano ritornare dai loro padroni, allora Erik e Giorgia decisero di tenerli con loro. Miele, Jack e Rosy li ringraziarono dicendogli che in qualche modo li avrebbero ricambiati. Infatti il giorno dopo i tre animali aiutarono Erik e Giorgia a fare il compito in classe e furono i soli a prendere il voto più alto. Tutti i protagonisti della storia strinsero una forte amicizia e rinnovarono il motto “chi trova un amico trova un tesoro”,un tesoro inestimabile che durò per tutta la vita.         Marini Jacopo e Marini Rosalba 1E



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