L'Abbazia di San Cassiano a Narni - La Storia

Durante i lavori di restauro dell'abbazia di S. Cassiano, sono state rinvenute due iscrizioni marmoree che illuminano la storia dell'abbazia e di Narni. Una delle due iscrizioni lega il nome di Crescenzio di Teodorada al nome del beato Orso e la seconda ci dà notizia del rinvenimento del corpo di quest'ultimo, avvenuta il 5 aprile del 1100.

La prima iscrizione è incisa su un piccolo sarcofago romano che fù donato all'abate da Crescenzio. Poichè Crescenzio morì, nell'anno 984 e fu sepolto nella chiesa di S Alessio sull'Aventino, possiamo ora affermare con sicurezza che l'abbazia esistesse già da qualche lustro e che Crescenzio ne fosse un benefattore. Infatti la presenza a Narni di C. e la sua discendenza da Teodora II e da Giovanni, dichiarata nell' iscrizione di S. Alessio combacia perfettamente con le date a noi note e ci prova come Giovanni padre, fosse proprio quel Giovanni, che, morta Teodora II, divenne vescovo di Narni, come ci assicura il Liber Pontificalis. Il testo della seconda iscrizione è il seguente: A(nno) D(omini) M(illesimo) C(entesimo) M(ense) AP(rilis) D(ie) V(h)IC RECONDIT (um) (est) BEATI URSI CORPUS; Nell'anno del signore 1100 il 5 aprile è stato ritrovato il corpo del beato Orso. Il beato Orso è probabilmente il fondatore o primo abate di S.Cassiano. Per quanto si riferisce all' abbazia, dobbiamo convenire che si tratta di un abbazia un po' particolare perchè non è collocata al centro di un comprensorio agricolo pianeggiante o collinare suscettibile di essere agronomicamente sfruttato, come le altre abbazie benedettine narnesi, ma è insolitamente posta sulle pendici scoscese della montagna di S. Croce, in posizione difficile da raggiungere. Anche l'attuale strada di accesso è lunga e difficile perchè deve aggirare il fianco destro della montagna, salire verso un piccolo altopiano disboscato e poi discendere verso la parte postica dell' abbazia che ha la facciata volta a levata del sole, e guarda verso la pianura ternana, nella direzione di Spoleto da dove poteva arrivare il nemico. Probabilmente i primi monaci benedettini all'inizio della loro presenza si installarono in un fabbricato preesistente ben più antico, forse un monastero bizantino fortificato. L'epoca di questa presa di possesso dovrebbe essere stata almeno quella della seconda metà del X secolo, ma forse anche prima. Il primo problema che si presenta è quello di identificare il santo al quale fù intitolato il monastero, in quanto esiste una certa quantità di Santi di questo nome. Uno dei probabili è il martire di Imola, un'altro è il monaco Scita vissuto tra il quarto e il quinto secolo ed autore di vari scritti apprezzati da S. Benedetto, ed infine S. Cassiano, prima vescovo di Orte poi vescovo di Autun in Francia. S. Cassiano visse durante l'impero di Giuliano l'Apostata e di Gioviniano, fù vescovo di Autun nel 383,ai tempi del papa S. Damaso ed è contemporaneo di S. Giovenale morto nel 376. Secondo quanto viene riferito negli Acta egli edificò nella città di Orte di cui era vescovo un tempio a S. Lorenzo Resta il fatto che in antico la convinzione che S. Cassiano fosse vescovo di Orte era ben radicata, e potrebbe spiegare le origini del monastero di S.Cassiano. Questo monastero che si trova all'imboccatura della gola del nera sarebbe il pendat di quello costruito a Orte, da Belisario, in corrispondenza della fine della gola del fiume nera che unisce la via flaminia, che passa a Narni, con la via amerina che passa ad Orte. I due monasteri dedicati ai rispettivi vescovi, potrebbero essere stati, un'idea del generale bizantino, una sorta di gemellaggio fra le due città che stanno all'estremita' del corridoio. La due città arroccate, praticamente imprendibili, che vigilavano sulle strade che portavano a Roma distesa sulla grande pianura della campagna, priva di ogni altra difesa naturale. Coniugando insieme in un esame comparato le date dei monumenti narnesi e quelle a noi note della chiesa di S. Cassiano potremmo cercare una collocazione temporale di questa costruzione, nella vicenda artistica di Narni. Non è possibile che nel X secolo potesse sorgere l' abbazia così come la vediamo, sarebbe stata costruita come S. Maria di Visiano (S.Pudenziana) con materiale di fortuna;probabilmente il fabbricato della chiesa quando vi si installarono i benedettini già esisteva, magari in stato di fatiscenza ma recuperabile, era infatti tipico benedettino di utilizzare complessi edilizzi in abbandono. Durante il X secolo i Narnesi costruivano la non più esistente chiesa di S. Giovenale, poco dopo la distruzione di Narni dell'878 e la restituzione delle reliquie del santo trafugate da Adalberto di Toscana. Era assai difficile che durante questo sforzo finanziario la città potesse gravarsi di un altro impegno. Una seconda data relativa all'esistenza del monastero e della sua vita ce lo fornisce il DOC.1129 del Regesto Farnense dal quale sappiamo che nel 1091 l'abbazia di Farfa assorbì S. Cassiano. Ci troviamo ai tempi dei lavori dell'abside del Duomo nel 1322, a seguito di questi lavori l'antica abside romanica diventa gotica. I lavori fatti a S. Cassiano furono lavori di consolidamento, di adeguamento della chiesa del fabbricato e del campanile, che forse fu rifatto di sana pianta, come fu fatto per il portale polistilo di pietra a tutto sesto, tipicamente romanico, con grande ghiera di pietra locale e lunetta dipinta. Questi particolari, costituiti dal rustico campanile con le colonnine delle bifore di pietra con capitello a stampella, ed il portale, non hanno nulla in comune con i capitelli dell'interno. Ormai a Narni i tempi non erano più propizzi per costruire, una chiesa, con marmi così preziosi. Si affaccia così sempre più prepotente l'ipotesi bizantina, atteso il fatto che il territorio narnese fu sotto il potere del ducato romano di dipendenza bizantina per quasi due secoli. Forse occupata definitivamente Narni dai Longobardi, la Chiesa-monastero fortificato perdette la sua motivazione strategica e decadde. Certamente allorché fu ricostruito e rivitalizzato, la via di accesso al monastero era ben più agevole di quella attuale, per via della comunicazione ancora possibile, tramite il Ponte di Augusto. La rifondazione del monastero fu presumibilmente intonata allo spirito della riforma cluniacense che fu favorita da Alberico di Roma durante gli anni del suo principato. Dalla data del 984 in cui avvenne la morte di Crescenzio della fondazione dell'abbazia, non abbiamo altre notizie sulla sua esistenza fino al 1091 allorchè il monastero viene citato dal R.F.. Questo documento contiene la rinuncia fatta a torto collo del vescovo narnese Rodolfo sull'abbazia, che cessò di essere di diritto vescovile per entrare nel più vasto giro dell'abbazia di Farfa. Dopo la citazione del R.F. del 1091 non troviamo altre notizie sull'abbazia fino all'anno 1275, anno in cui nelle Rationes decimarum viene nominato per due versamenti: uno fatto dell'abate Bartolomeo che pagò al fisco papale XXVII libre di monete cortonesi, e l'altro effettuato dal monaco Giovanni, per conto dell'abate, che versò XLIII soldi cortonesi. Un'altra data recano le mura del monastero ed è quella del 1334, anno in cui la chiesa dell'icnografia greca fu adattata al modello basilicale con tre navate, abbattendo le estremità delle braccia trasversali. Questa data quasi coincidente con quella dei lavori di ampliamento della tribuna del Duomo di Narni che furono concordati fra i canonici e i priori nell'anno 1322.Lavori la cui direzione fu affidata a Giovanni di Jacobuzio Loxeri. Probabilmente fu la stessa impresa ad eseguire i lavori, prima quelli del Duomo, poi quelli dell'Abbazia. Questi lavori ci dimostrano come l'abbazia alla metà del XIV secolo fosse ancora fiorente ed in buona salute. Un'altra evidenza ci si presenta quasi come una datazione; presenta lo stemma Eroli che è scolpito su una bifora del campanile della chiesa e che ci assicura che il campanile fu fatto durante il governo di un abate della famiglia Eroli,non ancora identificato. Verso il 1538-1546, sappiamo che Gian Rinaldo Montoro era abate commendatario di S. Cassiano. Cominciò allora la decadenza dell'abbazia che fu abbandonata dai monaci e divenne beneficio di tanti ecclesiastici della curia romana, che forse mai la frequentarono ma solo riscuotevano i 200 scudi che erano la sua rendita. L'ultimo abate mitrato fu seppellito nella chiesa di S. Francesco di Narni. Il monastero caduto in completo abbandono, spogliato dai suoi documenti e di tutto il suo arredo e privato di tutto quanto era esportabile, in stato di completa collabenza, fu restaurato a spese dello Stato, negli anni 1970 per interessamento del Senatore Giuseppe Ermini che con intelligenza e abilità riuscì a far includere la spesa per i lavori di restauro in quella prevista per la protezione della sottostante ferrovia, dalla caduta dei massi. Prossimamente verrà pubblicato un libro che riporta in maniera ancor più cavillosa la storia della Narni e gli ultimi studi aggiornati sui monumenti presenti nel territorio.

L'Architettura

Immagini fotografiche

Rappresentazioni grafiche

Notizie utili per la visita e bibliografia

indice di San Cassiano
lavoro a cura di: Luca Caneponi, Alberto Mencarelli e Pietro Varazi
della Classe 4B dell'I.T.G. di Narni
Anno Scolastico 1996/97 - Corso di Disegno e Progettazione -
Prof. Gustavo Caprioli