Abu Raihan al-Biruni (973-1048):
ha stabilito il anticipo il metodo sperimentale, proprio della scienza
moderna. Fu astronomo, fisico, matematico, geologo. Disse
esplicitamente che i fenomeni fisici che si verificano sul sole, sulla
terra e sulla luna obbediscono alle stesse leggi. Scrisse dei
movimenti del sole, della luna e dei pianeti, della rotazione della terra
attorno al proprio asse e fece calcoli accurati di latitudine e
longitudine. Descrisse la Via Lattea e, come fisico, determinò il peso
specifico di diciotto elementi. Studiò gli angoli e la trigonometria,
lavorando soprattutto sulle corde delle circonferenze e sviluppando un
metodo per la trisezione di un angolo. Accertò che rispetto alla velocità
del suono la velocità della luce è immensa. Spiegò il funzionamento delle
molle naturali e dei pozzi artesiani dal principio idrostatico dei vasi di
comunicazione. Osservò che i fiori hanno 3.4.5.6, o 18 petali, ma mai 7 o
9. Fu famoso per gli scambi culturali, nel campo della filosofia,
che intrattenne con l'India, dove studiò ed imparò il sanscrito |
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Gli arabi, sin dai
tempi preislamici, diedero grande importanza alle stelle e ai corpi
celesti elevandone alcuni al rango di divinità.
All’avvento dell’Islam il
culto delle stelle e delle meteoriti ebbe fine ma l’importanza pratica
dell’osservazione celeste rimase intatta. C'era anzitutto la necessità di disporre di un
efficiente calendario per osservare le ricorrenze religiose alla data
corretta. Occorreva fornire al
credente una regola semplice ed affidabile, la qibla, per
consentirgli di rivolgersi verso la Mecca al momento della preghiera
mentre il muezzin doveva chiamare i fedeli alla preghiera nelle ore
prescritte (su certi astrolabi arabi si avevano curve per le ore delle
preghiere). Ma non si deve pensare che a motivare lo studio
dell'astronomia presso gli Arabi siano state unicamente queste ragioni di
carattere pratico. Gli Arabi dimostrarono di possedere un genuino amore
per la cultura, esaltandola come un dono prezioso proveniente da Dio.
Gli arabi furono inoltre i diffusori della bussola tra i
marinai del Mediterraneo.
L'ALMAGESTO
Un manuale astronomico arabo di successo fu quello redatto dal
famoso Al Khwarizmi, matematico ed
astronomo vissuto a Baghdad agli inizi del IX secolo. Oltre alle Tabelle
dell' almagesto, incorporava anche materiale
indiano e persiano: lo sviluppo dell'astronomia
è legato al felice incontro delle culture indiana, persiana, e greca.
Vennero costruiti grandi osservatori che non avevano certo strumenti
ottici (nemmeno il cannocchiale), ma disponevano di attrezzature per
determinare la posizione degli astri rispetto all'orizzonte, come ad
esempio l'astrolabio.
Ricordiamo che gli arabi non misero mai in dubbio la teoria geocentrica di
Tolomeo. Nomi arabi
alle stelle
Le osservazioni astronomiche degli arabi hanno lasciato
il segno nei nomi di moltissimi astri:
| Per l'Orsa Maggiore abbiamo (Grande Carro), abbiamo
| Dubhe derivato da Thar al Dubb al Akbar ("il dorso
dell'orsa"), |
| Merak da al Marakk ("il lombo dell'orsa"),
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| Phedka da al Fahdah ("la coscia"),
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| Alioth da Alyath ("grassa coda"),
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| Alkaid / Benetnash da al Ka'id Banat al Na'ash
("governatore delle figlie della bara"), |
| Mizar da Mizar ("cavallo"). |
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| Nella costellazione dell'Orione ricordiamo
| Betelgeuse da Na'beit al gueze ("spalla del
gigante"), |
| Rigel da Rijil al jauzeh ("la gamba sinistra del
gigante"). |
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| Del Toro ricordiamo Aldebaran da Na'ir al dabaran
("colei che segue le Pleiadi"). |
| Del Perseo Algol da al Ghul ("spirito mutevole" con
riferimento evidente alla sua variabilità). |
Alcune altre stelle i cui nomi sono di derivazione araba
sono Achernar da Akher Nahr ("foce del fiume"), Altair da Al tair ("aquila
volante"), Vega da Al nasr al waki ("aquila planante").
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Esemplare arabo di astrolabio finemente lavorato e decorato
con pietre preziose
Si tratta di una
rappresentazione del cielo visibile da una data latitudine. Su di esso
sono riportate le posizioni delle principali stelle; farle stare tutte,
nel limitato spazio dello strumento era un capolavoro di artigianato che
rendeva l‘astrolabio, oltre che bello, anche prezioso.
I più antichi esemplari in nostro possesso risalgono al IX secolo e furono
realizzati dagli Arabi.
Non si sa però chi abbia materialmente inventato l’astrolabio né dove sia
nato. In genere è associato alla figura del matematico ed astronomo arabo
Al–Fazari, vissuto nell’ottavo secolo, ma la presenza dello strumento in
periodi precedenti è documentalmente accertata.
[da
I quaderni dell'almanacco
]
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Almagesto:
è il nome arabo (al-Magesti) di un trattato astronomico del II secolo,
scritto da Tolomeo, che spiega i moti delle stelle, dei pianeti e della
Luna secondo un modello geocentrico, cioè che pone la Terra al centro
dell'universo. Per più di mille anni fu accettato nei paesi europei e
arabi come il corretto modello cosmologico.
Le prime traduzioni in arabo furono fatte nel IX secolo, A quei tempi, in
Europa il lavoro di Tolomeo era andato perso, e quindi l'Europa
occidentale riscoprì Tolomeo dalle traduzioni arabe. |