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LINGUA ARABA |
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La maggioranza della gente sa che
la lingua araba è praticata in tutti i
paesi arabi, ma pochi sanno che 1/7 della popolazione mondiale usa la
lingua araba per scrivere i propri testi. Oggi la lingua araba, parlata da
più di 200 milioni di persone,si colloca al sesto posto nel mondo, prima
del francese e del tedesco ed è una delle lingue ufficiali nelle Nazioni
Unite. La lingua araba appartiene al ceppo semita, di cui fanno parte
anche la
lingua ebraica e l’aramaico. Il motivo principale della diffusione della
lingua araba consiste nel fatto che a partire dal 622 d.C. è diventata la
lingua del Corano e della religione islamica , la lingua con cui Dio
rivelò il Corano al profeta Maometto. Perciò essa è la lingua del Corano
sia per i mussulmani di allora sia per quella di oggi, la lingua di Dio
ed essa rimane l’unica con cui comunicare nell’islam. Con l’espansione
dei credenti si è diffusa gradualmente da La Mecca a Damasco e da qui a
quasi tutto il mondo civile di allora. La lingua araba con il tempo si è
trasformata nella lingua dei re e della gente comune, dei poeti, dei
principi, degli studiosi e degli scienziati. Per giungere all’attuale
livello di oggi, la lingua araba si è evoluta fortemente nel corso dei
secoli. L’importanza della lingua araba, per il contributo che ha dato
alle scienze e ai diversi rami del sapere, sarebbe ben più meritevole di
considerazione e stima. Pur essendo una lingua omogenea, è diffusa su una
superficie talmente vasta che ha subito variazioni dialettali
importanti, con differenze fonetiche, grammaticali e lessicali.
L’alfabeto arabo consta di 28 lettere che si scrivono da destra a
sinistra; 22 di esse hanno varia figura, a seconda che siano sole, unite
alla lettera precedente, unite alla seguente o unite ad entrambe, le altre
6 possono unirsi soltanto alla lettera precedente. Il sistema consonantico dell’arabo classico,
assai articolato e complesso, comprende parecchie laringali, la
gutturale, la velare, la palatale, le labiali, le dentali, le sibilanti
e le liquide. Nella struttura dell’arabo si nota anzitutto il fenomeno
semitico del trilitterismo delle radici, che presiede alla formazione
tanto del verbo quanto del nome. Il nome deriva di regola dal verbo,
secondo una grande varietà di tipi; il verbo invece ha sviluppato un
sistema di forme perfettamente rigido: i grammatici annoverano quindici
forme, fra cui le più usate sono dieci, corrispondenti alle forme
indo-europee dell’intensivo, del desiderativo, del causativo, del
riflessivo, ecc., ma pochi verbi le posseggono tutte. La morfologia
presenta queste particolarità: un articolo determinativo invariabile
(al); una declinazione con tre casi (nominativo, genitivo,
accusativo), due generi (maschile e femminile), tre numeri (singolare,
plurale, duale). Il plurale, sia del nome sia dell’aggettivo, è di due
tipi: esterno o regolare (espresso cioè mediante desinenze), interno o
fratto (espresso mediante la modifica della vocalizzazione radicale).
Nella coniugazione del verbo si rilevano tre numeri e tredici persone;
la terza persona singolare maschile del perfetto ha nei dizionari la
funzione del nostro infinito; il perfetto, pure indicando un passato, è
più un modo che un tempo; accanto ad esso esistono, per i modo finiti,
un imperfetto e un imperativo. Ognuna delle forme del verbo ha un
aspetto attivo e uno passivo, perciò anche due participi, detti perciò
agente e paziente.
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Alfabeto arabo
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