PALAZZO BIANCHINI-RICCARDI

 

Edificio cinquecentesco già dei Rosci o Rossi. E' stato variamente attribuito a Bramante, ad Antonio da Sangallo il Giovane, a Vignola. Nessun elemento stilistico però può far pensare a qualcuno dei tre architetti nominati. Il palazzo ha però una sua forza nell'organica distribuzione dei pieni e dei vuoti, nel plasticismo del bugnato del portone centrale, nel cornicione e nella elegante fascia decorativa a gigli angioini, emblema della famiglia che lo fece costruire. Attraverso l'atrio si passa nel cortile, dal quale, mediante una scala posta a sinistra si sale alla loggia, un tempo aperta, da cui si accede alle sale. Anche qui si ripete una planimetria comune all'architettura civile ternana di varie epoche, come vediamo nei palazzi Spada, Manassei, Gazzoli. Si attua come in palazzo Spada, il concetto rinascimentale del rapporto fra edificio e giardino, ossia fra uomo e natura : fra il portone principale e il giardino si costituisce un passaggio unitario attraverso l'atrio, stretto fra le due pareti e la volta, e il cortile chiuso su tre lati.
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