LE ABITAZIONI E I VILLAGGI OPERAI REALIZZATI DALLA "TERNI" NEGLI ANNI '30

L'attività edilizia svolta dalla Società Terni nel corso degli anni trenta fu in gran parte condizionata da una convenzione stipulata dalla stessa con il comune di Terni nel 1927. In base a questo accordo, in cambio della concessione delle risorse idriche dei fiumi Nera e Velino per scopi industriali, la "Terni" si impegnò, infatti, a costruire 1500 vani, da destinare ad abitazioni per operai ed impiegati. La realizzazione dei villaggi operai, al di là del problema specifico della carenza di alloggi popolari, rientrò infatti in un preciso progetto di "fabbrica totale", volto al controllo e all'inquadramento della classe operaia e basato sulla creazione di quelle strutture assistenziali, come i dopolavoro aziendali, volute dal fascismo. Gli interventi effettivi furono quantitativamente e qualitativamente minori rispetto ai progetti iniziali. Le abitazioni costruite dalla "Terni" nel 1930-'31 furono concepite in modo da completare gli interventi varati alla fine del secolo precedente. Fu così completato l'isolato di via Camporeale per un totale di 68 appartamenti e furono costruite due palazzine in via Curio Dentato dotate complessivamente di 28 appartamenti. Gli alloggi di questi edifici furono tutti destinati agli impiegati. Per gli operai si procedette alla costruzione del Grattacielo e del palazzo Rosa, dislocati lungo viale Brin. Il primo, di dieci piani, disponeva di settanta appartamenti; il secondo, di sei piani, di cinquanta. Complessivamente, l'intervento della Società Terni portò alla realizzazione di 219 appartamenti per un totale di 816 vani. In questo periodo si colloca la realizzazione dei villaggi operai di Nera Montoro e "Italo Balbo". Il primo, localizzato a sud di Narni, fu costruito in diverse fasi a partire dal 1930 e fu destinato agli operai e agli impiegati del vicino stabilimento elettrochimico. Il secondo invece, fu realizzato nelle immediate vicinanze di Terni, in località Campomicciolo, durante gli anni quaranta. La struttura del villaggio Italo Balbo aveva tutte le caratteristiche degli insediamenti rurali. Oltre alla sua localizzazione marginale ed alle particolari tipologie edilizie utilizzate, l'elemento più importante in tal senso era il giardino-orto di cui era dotato ogni appartamento. Gli orti avrebbero dovuto rappresentare infatti la principale fonte di sussistenza delle famiglie operaie.
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