LE ABITAZIONI POPOLARI DURANTE IL FASCISMO
Nei primi anni Trenta, la situazione dell'edilizia operaia era ancora estremamente critica. Le abitazioni a disposizione dei ceti meno abbienti erano poche; le loro condizioni igienico-sanitarie, causa prima della diffusione della tubercolosi, erano pessime. Gran parte delle abitazioni presentavano ancora le caratteristiche tipiche delle case operaie sovraffollate di fine Ottocento: ambienti insufficienti, spesso ricavati in cortili e sottoscale e privi di servizi igienici. nel 1926 oltre mille alloggi ritenuti inabitabili dall'Ufficio sanitario erano, invece, densamente abitati. I borghi operai erano ancora caratterizzati da pessime condizioni abitative. L'approvazione di un nuovo piano regolatore era pertanto più che mai urgente. E' su questa realtà che fu elaborato il piano Lattes-Staderini del 1934-'36. L'attività edilizia varata in questi anni risultò, però, fortemente caratterizzata da un netto divario, sia quantitativo che qualitativo, tra gli interventi volto alla costruzione di abitazioni residenziali e quelli relativi alla realizzazione di alloggi popolari. Fu cioè favorita, a discapito di quella operaia, l'edilizia destinata ai ceti medi. La costruzione di nuove abitazioni popolari seguì, quindi, un ritmo più lento rispetto alle opere di demolizione nelle aree di insediamento operaio. nel 1937 il prefetto di Terni fu costretto ad emettere un'ordinanza in base alla quale si costringevano i proprietari a denunciare gli appartamenti e i locali sfitti. Più famiglie erano costrette a servirsi di uno stesso appartamento. A causa di tale fenomeno i prezzi degli affitti lievitarono da 45-50 lire per vano a circa 100 lire mensili. L'unico intervento di edilizia popolare varato durante il fascismo dall'amministrazione pubblica fu il risanamento di borgo Costa che prese il nome di quartiere Corridoni. Fra il 1935 e il 1938 furono realizzati i primi cinque palazzi, per un totale di oltre 150 alloggi. Altri ne furono realizzati fra il '39 e il '40. Nel complesso la qualità dei singoli alloggi non era certo delle migliori. Pochi infatti i vani a disposizione delle famiglie e criticabile la disposizione delle cucine all'interno delle camere. L'intervento di risanamento fu interrotto nei primi anni quaranta lasciando incompleto il primo isolato e del tutto irrealizzato il secondo
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