Palazzo Farrattini ad Amelia - La Storia
Uno dei periodi più attivi della meravigliosa, multiforme opera del celebre architetto Antonio Da Sangallo Il Giovane si connette anche alla storia dell'antichissima città di Amelia nell'Umbria. Dalla genialità dell'illustre artista essa fu arricchita di uno dei più bei palazzi da ammirare, per le forme signorili ed armoniose che inconfondibilmente lo distinguono.
Probabilmente l'illustre artista, creatore impareggiabile di celebri costruzioni, interprete solerte ed intelligente dei desideri grandiosi dei Papi, architetto e ingegnere militare di possente genialità, non si sarebbe recato ad Amelia, se un gran signore e grande prelato della Città stessa, Bartolomeo Farrattini, Vescovo di Chiusi, non l'avesse interessato a realizzare quel palazzo che egli fece costruire in Via delle Fonti, per se, per i suoi discendenti e per decoro della città. Il Farattini accolse con grande gioia la disposizione del Papa che nominava sommo Raffaello quale supremo direttore dei lavori ed interpose i suoi buoni uffici perchè il Sangallo ottenesse il posto di suo zio Giuliano che si era ritirato infermo in Firenze. Pur prendendo sempre parte attiva ai lavori per la sua basilica, il giovane Antonio progettò e diresse in Roma e fuori la costruzione di molti palazzi. Contemporaneamente curava le opere di fortificazioni a Capodimonte e così, da infaticabile artista quale era, mentre dirigeva la costruzione di un palazzo in un posto, si occupava a cingere di mura e torri un altra località.
In questo periodo, ebbe inizio la costruzione del Palazzo Farrattini. Nel Settembre 1517, trovandosi in Amelia, Monsignor Farrattini indirizzava una domanda ai maggiorenti della città perchè gli permettessero il libro passaggio delle carrette col materiale indispensabile alla costruzione del suo palazzo, sperando anche nell'esenzione delle gabelle. Riunito il Consiglio furono tutti favorevoli alla domanda e così ebbe inizio la costruzioni di questo splendito edificio. Lo stesso Sangallo, dopo aver disegnato il progetto, lo diresse personalmente, recandosi spesso in Amelia. Dopo aver ultimato i disegni del palazzo, il Sangallo ebbe il posto più adatto per la fabbrica che doveva sorgere dentro le mura ed anche qui si rivelò grande artista perchè le aree disponibili erano assai poche Il Sangallo seppe ottenere ciò mediante la semplicità imponenete delle linee, come era in lui consueto.
Notizie tratte da: Boccalini e altri, Amelia e l'amerino, Amelia 1984
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Farrattini
lavoro a cura di: Gianluca Cermentini,Claudio Ottaviani, Fabio Pennazzi e Daniele Posati
della Classe 4B dell'I.T.G. di Narni
Anno Scolastico 1996/97 - Corso di Disegno e Progettazione - Prof. Gustavo
Caprioli