La
prima fase di espansione dell'Islam fu caratterizzata dalle conquiste
militari, ma, fra i secoli VIII e XII, nel mondo islamico, con
l'avvento della dinastia degli Abasidi, si manifestò
un vivissimo interesse per la cultura e per le scienze in particolare,
tanto che si parla di età dell'oro o di
rinascimento arabo.
Lo
sviluppo della scienza si produsse grazie al recupero dei testi
greci e alla conoscenza dell' Estremo Oriente.
Tuttavia sarebbe riduttivo vedere i musulmani come semplici conservatori
del sapere greco: piuttosto, a partire dalle conoscenze delle
diverse civiltà con cui vennero a contatto, essi seppero elaborare una scienza nuova, con un forte taglio
sperimentale.
Ma perché proprio l' Islam?
La religione islamica ha avuto il grande
merito storico di avere sempre incoraggiato l'uomo a perseguire il sapere
e la scienza in ogni campo. I dotti musulmani erano spinti a raggiungere
questi traguardi dai versetti del Corano e dalle parole del Profeta, che
asserì: "Cercate la conoscenza fino in Cina", oppure: "A
colui che si incammina alla ricerca della scienza Dio spiana la via al
Paradiso".
Notevole è poi nel Corano l' attenzione ai fatti della natura, che
costituisce il presupposto della ricerca scientifica:
«Perché non guardano alle nubi, come sono create? E al cielo, quanto è
elevato? E ai monti, come sono stabili? E alla terra, quanto è distesa?»
Anche le hadith (tradizioni canoniche musulmane) insistono sulla
conoscenza come strumento di salvezza:
«La ricerca della conoscenza (e
delle scienze) è obbligatoria per ogni musulmano, uomo o donna che sia».
Come spiega l' islamista dell' Università di
Venezia, Giovanni Canova, «la stessa parola scienza (' ilm) assume nell'
Islam significati diversi, poiché ' ilm è sia l' indagine sulla natura e
sull' uomo, sia la ricerca della tradizione del Profeta o lo studio delle
norme che regolano la recitazione coranica».
L'Islam, dunque, dette un impulso straordinario alla scienza ed alla
cultura in generale e mai, in nessun momento dell'età dell'oro, alcuno
scienziato fu perseguitato per le sue teorie.
Durante il medioevo dunque, mentre l'occidente attraversava un
periodo di oscurantismo, le città islamiche erano veri e propri fari di
civiltà, brulicanti di fervore scientifico, di studi, di ricerche e scambi
culturali. L'uso della carta, che gli Arabi avevano importato dalla Cina,
determinò la diffusione dei libri in tutto il mondo islamico. La
biblioteca di Cordova, nell'800 d.C. contava 500.000 volumi, i quali
rappresentavano la summa dell'umano sapere.
Decadenza
Ma dopo i cinque secoli d' oro si ruppe lo stretto legame tra fede
e ricerca.
L' invasione mongola di Baghdad nel 1258 segna una svolta, ma non basta a
spiegare il collasso della scienza islamica. Secondo Abdelhamid Sabra,
emerito professore della storia della scienza araba
presso l'università di Harvard, decisiva è la conquista cristiana di
Cordoba e Toledo, centri culturali arabi di prima grandezza. In questo
modo, da una parte il mondo islamico si spezza in due tronconi sempre meno
comunicanti tra loro; dall'altra l' Europa cristiana viene vivificata
dalle traduzioni latine che l' Andalusia ha sfornato a getto continuo dal
X al XIII secolo.
La dominazione ottomana e l' irrigidimento dei dettami religiosi dei
mullah diedero il colpo di grazia al libero spirito scientifico.
Abdus Salam, fisico pakistano premio Nobel per la fisica nel 1979, in un suo storico discorso all' Accademia
dei Lincei, ricordò che mentre in Occidente nel 1450 Gutenberg realizzò la prima
stampa a caratteri mobili della Bibbia, nei Paesi musulmani non si vide
una copia stampata del Corano fino al 1874.
In compenso, moltissimi testi
filosofici e scientifici islamici dell' età dell' oro non sono ancora
stati tradotti e nemmeno letti da studiosi occidentali.
«La scienza
islamica, in realtà, è ancora da scoprire» conclude Sabra.
I principali campi di studio: