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SIAMO SETTE




Oltre ai suoi nove volumi di poesia italiana e latina ed ai suoi saggi critici, specialmente su Dante e su Leopardi, Giovanni Pascoli ha tradotto molte poesie, sia dai classici che dai poeti moderni.
Forse ha scelto di tradurre questa poesia particolare di Wordsworth,  per il collegamento alle proprie esperienze di vita ed alla sua  poetica.


 

Vidi una cara contadinella,
ch’aveva ott’anni,
come mi disse,
bionda ricciuta, bella, assai bella
con le due grandi pupille fisse.

Presso il cancello stava. ed io: “Figlia,
quanti tra bimbi, siete, e bimbette?”
chiesi. con atto di meraviglia,
ella rispose: “Quanti, noi? Sette”.

“E dove sono ? Di, se ti pare”,
le dissi, ed ella mi disse: “Ma ....
noi siamo sette: due sono in mare:
altri due sono nella città;

altri due sono nel camposanto,
il fratellino, la sorellina:
in quella casa che c’è daccanto,
io stò, con mamma, loro vicina”.

“Tu dici, o bimba, due sono in mare,
altri due sono nella città;
e siete sette. questo mi pare,
è un conto, bimba mia, che non và”

Sette tra bimbe” diceva in tanto
“E maschi, siamo. due son qui presso
in un cantuccio del camposanto:
nel camposanto, sotto il cipresso”.

“Ma tu ti movi, tu corri: è vero?
tu canti, ruzzi, hai fame, hai sete:
se qué due sono nel cimitero,
cara bambina, cinque voi siete”.

“Verde” rispose “ verde è il lor posto:
lo può vedere, lì, se le preme:
da casa in dieci passi discosto:
mi siedo in terra, sotto il cipresso
con loro, e loro conto le fole.

E spesso, quando la sera è bella,
e quando è l’aria dolce e serena,
io là mi porto la mia scodella,
e là con loro fò la mia cena.

Prima a morire fu Nina: a letto
tra sé gemendo, sette più dì.
Poi, l’ha guarita Dio benedetto;
ed ecco allora ch’ella partì.

Nel camposanto così fu messa,
e quando l’erba non era molle,
io col mio Nino vicino ad esso,
mi divertivo sulle sue zolle.

Poi quando cadde la neve, e bello
sarebbe stato correre, tanto;
dové partire pure il fratello,
ed ecco che ora le stà daccanto”.

“E quanti dunque siete ora voi
se quei due sono nel paradiso?”
Sette” rispose: “Sette siamo noi!”
meravigliando tutta nel viso.

“Ma sono morti quei due! ma sono
lassù! son anime, anime elette!”
“Che!” ripeteva sempre un tono:
“No, sette siamo: No, siamo sette”.

Traduzione di Giovanni Pascoli della poesia "We Are Seven"di William Wordsworth, poeta inglese

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