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Nella mitologia egizia sono riportati tre miti cosmogonici distinti,
corrispondenti a tre diversi culti dei maggiori centri sacerdotali.
Nella
dottrina di Eliopoli si narra che in principio vi fosse Nun, il caos
incontrollato, elemento liquido e turbolento, il non creato. Dal Nun
emerse una collinetta dalla quale nacque Atum. Questi diede vita a Shu (l'aria) e Tefnut
(l'umido), i quali a loro volta generarono Geb (la terra)
e Nut (il
cielo). Il mito racconta che questi ultimi se ne stavano sempre uniti e
impedivano alla vita di germogliare, così Atum ordinò al loro padre, Shu,
di dividerli. Con le mani Shu spinse Nut verso l'alto facendole formare la
volta celeste e con i piedi calpestò Geb tenendolo sdraiato. In questo
modo l'aria separò il cielo dalla terra. Geb e Nut, a loro volta,
generarono quattro figli: Osiride, Iside, Nefti e Seth.
In epoca tarda Atum fu identificato con Ra, nella forma
di Atum-Ra, simboleggiante il sole al tramonto.
Secondo
la dottrina di Menfi, la creazione del mondo sarebbe opera di Ptah, che con
il cuore, sede del pensiero, e con la lingua, la parola datrice di vita,
avrebbe generato otto emanazioni di sé.
Da alcune fonti viene considerato il solo creatore non creato dell’intero
universo, ed è anche ritenuto, a volte, una personificazione della materia
primordiale (Ta-tenen).
L’importanza del ruolo di Ptah nella mitologia egiziana è testimoniata dalla
etimologia del termine "Egitto", una corruzione greca della frase
"Het-Ka-Ptah", o "Casa dello Spirito di Ptah".
La cosmogonia di Tebe,
narra di una collina di fango che sarebbe emersa dalle acque, originando
otto divinità, quattro maschili con testa di rana e quattro
femminili con testa di serpente. Queste otto divinità (Ogdoade) erano:
- Nun e Naunet, il caos;
- Kuk e Kauket, l'oscurità;
- Heh ed Hehet, l'illimitatezza;
- Amon ed Amonet, l'invisibilità.
Esse avevano come capostipite il dio creatore Thot, dio della
luna, sapienza, scrittura, magia, misura del tempo, matematica e
geometria.
(da wikipedia)
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